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Intervista a Antonio Serrano

Pubblicato il 21 settembre 2014 da Monia Manzo


Intervista a Antonio Serrano

Se qualcuno crede che il teatro giovane a Roma sia morto come in troppi asseriscono, si dovrà ricredere dando un’occhiata al nuovo cartellone del Teatro dei Conciatori - C.U.T. – Contemporary Urban Theatre, vicino la Piramide, per rendersi conto invece che la vita sulla scena romana ribolle senza mai fermarsi. Abbiamo intervistato il direttore dei "Conciatori", ormai giunti alla terza stagione, il regista e attore Antonio Serrano, un uomo dal carattere "esplosivo" e lo sguardo astutamente felino.

Come è nato il Teatro dei Conciatori?

Il Teatro dei Conciatori è nato due anni fa per volontà mia e di Maria Paola Scaffidi con cui condivido un percorso artistico da oltre 15 anni, che ha visto la formazione di una compagnia, di una scuola e quest’anno la compagnia dei Giovani del Teatro dei Conciatori. La prerogativa del nostro percorso è comunque quello, in tutte le iniziative, di occuparci di drammaturgia contemporanea e per quanto concerne la nostra compagnia l’obiettivo è quello di promuovere giovani compagnie oltre a dare possibilità di andare in scena a quelle già conosciute.

Quindi avete avuto solo dei risultati positivi nel fondare questo teatro oppure in itinere anche delle difficoltà gestionali e burocratiche?

Sai, quando si ha in mente precisamente il percorso da fare, le difficoltà sono già state considerate, calcolate, ridimensionate e superate.

Quali sono le novità della nuova stagione teatrale?

Abbiamo in programma ben 23 spettacoli di cui 9 in abbonamento. La novità principale sta nel fatto che gli spettatori potranno avere il rimborso completo dell’abbonamento attraverso l’utilizzo di buoni sconto che vanno dal ristorante al parrucchiere.

Quali sono state le scelte del cartellone 2014/15?

Quest’anno la stagione mi sembra bellissima e molto differenziata: Collettivo attori I conigli non hanno le ali di Paolo Civati; Federica Bern in scena con due lavori: Sonata per ragazza sola, un omaggio a Irene Nemirovsky diretto da Francesco Villano e Rapsodia Ungherese con Luca De Bei e Paila Pavese, regia di Norma Martelli; ancora: La danza delle tenebre con Michele Cesari (di Un posto al sole) e la regia di Michele Suozzo; Pino Ammendola con testo e regia dell’Incredibile caso di Beniamino Todisco con appunto un giovanissimo protagonista Marco Todisco; Il letto, testo di Manfridi per la regia di Luca Milesi; una chicca dall’Inghilterra: Oltre i verdi campi diretta da Giorgia Lepore; e poi una mia regia dell’ Agnese di Dio con Alessandra Fallucchi, Gianna Paola Scaffidi e il sottoscritto. Posso ancora ricordare la regia di Giuseppe Marini in Il caso Braibanti con Mauro Conte e Fabio Bussotto e tanti altri straordinari nomi da Maddalena Rizzi diretta da Filippo D’Alessio a Isabella Giannone diretta da Francesco Branchetti o le regie di Enzo Masci, di Nicola Zavagli, Gianni De Feo, della straordinaria Francesca Draghetti, di Marco Battolini, Gianluca Barbagallo, di Ruggero Cappuccio e il suo spettacolo shakespeariano in occasione dell’anniversario dei 450 anni del Bardo, Giuseppe Converini e infine un’altra mia regia di un concerto- spettacolo quello di Clara Schumann, nata Wieck, interprete Gianna Paola Scaffidi.

Altri progetti futuri?

Non ti basta? Abbiamo progettato diverse altre iniziative: delle "mise en espace" nei pomeriggi del giovedì, venerdì e sabato; dei reading una o due volte al mese e poi ne esiste un’ultima che non ti posso rivelare perché ho paura che ce la potrebbero soffiare... Ma presto la saprai...


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