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Intervista a Marco Korben Del Bene, autore della colonna sonora del thriller ’Reverse’

Pubblicato il 19 aprile 2021 da Redazione Close-up


 Intervista a Marco Korben Del Bene, autore della colonna sonora del thriller 'Reverse'

Esce il 13 aprile 2021 per Instant Crush RecordsReverse”, il disco della colonna sonora del thriller psicologico, firmato Marco Korben Del Bene. L’artista torna dopo un anno da “Resilienza 2020” con un disco carico di tensione e altamente emotivo.

1. C’è stato un passaggio fondamentale del film, delle immagini, che ha ispirato particolarmente la scrittura delle musiche?

E’ una colonna scritta in isolamento, uno stato che premia l’introspezione. Giuseppe Lepore, il produttore mi ha parlato del progetto, ho così proposto alcuni temi e un sound. Le cose sono piaciute al regista, MJ Capece e siamo partiti con una serie di incontri telefonici. Molto del materiale l’ho costruito grazie al rapporto proprio con MJ Capece, un artista dalle idee chiare che ha saputo trasferirmi suggestioni e una direzione di ricerca grazie alla quali ho così costruito il mondo di Reverse. Il film l’ho visto molto dopo, ma il core del progetto era già costruito. Quindi le fonti d’ispirazione sono state la sceneggiatura e il progetto che Capece aveva chiarissimo in testa.

2. Ci puoi parlare del processo creativo della colonna sonora?

Sono abituato a sviluppare dei temi intorno alle emozioni e ai personaggi. Ho prima raccolto degli appunti melodico ritmici al pianoforte, degli sketch basici fatti di semplici layer ritmici melodici. Parallelamente, ho fatto una ricerca sonora sull’ensemble da utilizzare. Il suono di per se ha una capacità evocativa immensa. Così sono nate le atmosfere di Reverse e la sua identità.

3. Alla fine del percorso, puoi dirti soddisfatto di Reverse?

Penso che la soundtrack sia un bel lavoro, ispirato, genuino e dalla forte personalità. Spero che si faccia sentire e che mi avvicini ad altri autori che, come Capece, indagano il mondo del thriller del drammatico, del fantasy. Ho avuto molta libertà nella realizzazione della soundtrack, la possibilità di costruire un rapporto con il regista autentico, malgrado poi il primo incontro l’abbiamo fatto solo al mix, ha reso tutto molto più semplice. Gli sono grato perché mi ha dato fiducia e si è fidato. Una cosa che cerco sempre per potermi esprimere al meglio. In sintesi la risposta è sì, sono molto soddisfatto anche perché la track list ha un valore anche come disco, oltre che in abbinamento alle immagini e questo non è assolutamente scontato.

4. C’è una traccia particolarmente tesa che può essere l’immagine di questo momento di chiusura e tensione?

Sono un polistrumentista, ma nasco sulla chitarra. The Cave è sicuramente insieme a Via Crucis, una traccia dove mi sono particolarmente divertito. Gli ultimi quindici minuti del film sono praticamente un videoclip. MJ Capece mi ha spinto ad andare oltre. Volevo qualcosa fra i Royal Blood e i Muse, un suono enorme e una chitarra devastante. Mi sono ispirato al sound di Matthew Belamy, un vero innovatore dello strumento.

5. Cosa c’è in Reverse del Marco Del Bene che abbiamo ascoltato in Resilienza 2020?

La matrice è la stessa, sono due storie. Reverse è una colonna sonora di un film, Resilienza2020 un concept album che racconta una evoluzione umana. Nel lavoro di compositore per colonne sonore cerco di dare una valenza artistica pur mettendomi a disposizione della storia, del regista e della sua visione. Credo che il ruolo del musicista nel cinema sia questo. Come il direttore della fotografia sceglie un certo tipo di composizione fotografica, una dominante di colore così la musica deve trasmettere una direzione, una intenzione chiara, se questa manca, manca un pezzo. Te ne rendi conto quando vedi audiovisivi realizzati con il solo utilizzo di library e sound design, ti manca un pezzo del racconto.

[Photo credit: Alessandro Vona]



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