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Intervista a Rita Abela, protagonista de ’Il mio corpo vi seppellirà’

Pubblicato il 16 marzo 2021 da Carlo Dutto


Intervista a Rita Abela, protagonista de 'Il mio corpo vi seppellirà'

Siciliana, classe 1984, Rita Abela scopre la vocazione per la recitazione entrando a teatro. Nel frattempo è diretta da Pupi Avati nella serie Le nozze di Laura, prodotta da Rai Fiction.

Il 12 aprile 2021 segna la data del suo debutto al cinema nel film diretto da Giovanni La Parola, Il mio corpo vi seppellirà prodotto da Ascent film, Rai Cinema con il sostegno dell’Apulia Film Commission che uscirà in piattaforma a pagamento.

Nel film in costume Rita è Ciccilla, una donna che diventa brigantessa alla ricerca della vendetta e, vendicandosi, acquista la propria libertà. Lo scenario è un western garibaldino ambientato nel regno delle due Sicilie nel 1860, che celebra il cinema di genere e rende protagoniste le donne.

La vedremo ne Il Cacciatore 3 , in onda su Raidue con la regia di Davide Marengo che uscirà dopo l’estate e sarà protagonista assoluta del cortometraggio dal titolo Big, produzione Nikada Film, per la regia di Daniele Pini.

Ciao Rita, parlaci del tuo personaggio nel film Il mio corpo vi seppellirà
Ciccilla è una brigantessa, fa parte della banda delle Drude ed è legata a loro da un bellissimo rapporto di sorellanza. Fra le quattro forse è la più cruda, ha anche delle punte di sadismo, strumento che usa inconsapevolmente per sublimare i traumi di un passato fatto di violenze. Per lei ogni azione crudele diventa un modo per liberarsi da un sopruso subìto e liberandosi si riappropria della sua identità. Niente di più distante da me, ma forse, anche per questo, è stato affascinante esplorare la sua profondità.

C’è qualche aneddoto curioso di backstage che ci puoi raccontare?
C’è una scena girata in una grotta. Nel film si chiama la Grotta della Vulva, ma era un covo dei briganti anche nella realtà. È nascosta tra le rocce, per arrivarci ci mettevamo una mezz’oretta di cammino impervio e in salita. Siamo stati lì a girare per due sere: era come stare sospesi in un’altra dimensione, ho respirato l’essenza del contatto con la natura, il che mi ha aiutato tantissimo anche nel girare le scene. Ricordo come fosse ieri che in un momento di pausa dal set sono uscita fuori dalla grotta, era notte e si vedevano in lontananza le cime di due montagne e un sorriso di luna che sembrava cullarsi su una di esse. Quel momento è stato per me di puro incanto.

Il film è ambientato nel periodo precedente all’Unità d’Italia: quanto trovi di attuale?
Tantissimo. È un film che parla di oppressori e di resistenza. E parla di donne che devono lottare per difendere sé stesse e la propria identità. Sono cambiati gli strumenti, oggi abbiamo acquisito il grande dono della civiltà, ma nella sostanza la storia si ripete.

Il tuo percorso è molto variegato tra teatro cinema e tv: c’è un campo che preferisci più di un altro?
Non ho un settore che prediligo, sono tutti linguaggi diversi dello stesso lavoro. Certamente il teatro è il mio primo amore, ma da attrice osservo la stessa metodologia di studio e preparazione dei personaggi anche in tv o al cinema. Lo studio è fondamentale, non solo del testo ma di tutto quello che va oltre. Il contesto storico, l’ambiente nel quale ci si muove. Ritengo fondamentale approfondire il passato dei miei personaggi e se nella storia non è raccontato, lo ricostruisco e allo stesso modo traccio un’ipotetica linea del tempo futuro verso la quale tendere perché penso che ogni battuta e ogni silenzio non siano lì per caso e, per dare coerenza e autenticità ai personaggi, credo si debba un po’ pensare e sentire come loro.

Cosa consiglieresti a un giovane o una giovane che con la passione per la recitazione?
Non voglio essere retorica, ma il consiglio più grande che posso dare è quello di studiare e seguire l’esempio di grandi attrici e attori. Ci vuole rigore e tanto lavoro, bisogna abbandonare ogni velleità ego riferita e porsi con umiltà al servizio di quello che si sta facendo. Nessuna scorciatoia. E poi certamente di andare al cinema e a teatro anche da spettatori perché, oltre ad essere occasioni di studio altrettanto valide, credo che siano un atto collettivo di condivisione di emozioni, fondamentale per la società.

Hai progetti in cantiere di cui puoi accennare qualcosa?
Ho dei progetti in uscita, “Il Cacciatore 3” con la regia di Davide Marengo (Rai2- Cross Production) e un bellissimo corto di Daniele Pini che si intitola “Big” (Nikada Film), nel quale interpreto una ragazza piena di fragilità. Con alcuni colleghi stiamo pensando a progetti teatrali ma desidero anche tornare davanti alla macchina da presa. Conto di riprendere a viaggiare quando sarà possibile. Vorrei trascorrere un periodo in Spagna ed esplorare nuove occasioni lavorative. Mi piace sperimentare, mi affascina quello che non conosco, amo fare salti nel buio.

[Photo credit: Mirko Pannuzzo Skyline Services]



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