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Invenzione e verità. Il teatro di Luca Ronconi

Pubblicato il 26 aprile 2015 da Valeria Gaveglia


Invenzione e verità. Il teatro di Luca Ronconi

Roma, Teatro Argentina. Si è svolta il 13 aprile la serata in onore del grande maestro del teatro italiano Luca Ronconi, a cura di Antonio Calbi e Roberta Carlotto.

L’omaggio al maestro recentemente scomparso ha avuto luogo grazie alla generosa collaborazione di molti degli artisti che lo hanno affiancato nella sua carriera, i quali si sono esibiti nell’interpretazione di alcuni frammenti di spettacoli tratti dal repertorio ronconiano. Gli attori hanno omaggiato il loro maestro lasciando trasparire, nella lettura, grande partecipazione e commozione ma soprattutto dando saggio di bravura e maestranza, caratteristiche proprie di ognuno di loro.

La serata si apre con quello che è probabilmente il capolavoro di Ronconi, L’Orlando Furioso; lo spettacolo andato in scena per la prima volta al Festival dei 2Mondi di Spoleto, e realizzato in collaborazione con Edoardo Sanguineti, è riproposto alla platea del Teatro Argentina grazie alla lettura di Massimo Foschi nel ruolo di Orlando, proprio come nella prima messa in scena del 1969. Il viaggio continua e da Ludovico Ariosto si fa un salto attraverso il tempo fino a Pier Paolo Pasolini, prima con Caldeòn, declamato da Mauro Avogabro, poi ancora con Affabulazione, nella splendida lettura di Umberto Orsini e per concludere, Daniele Salvo in Pilade. Non poteva mancare la Fedra di Racine, viva nelle parole di Luciano Virgilio, seguita dall’entusiasmante interpretazione di Franca Nuti del dramma di Anton Cechov Le Tre Sorelle , e di nuovo in Donna di Dolori di Patrizia Valduga (applausi a non finire). Segue Nella Gabbia di Henry James, letta da Annamaria Guarnieri , così la prima parte della serata si conclude con il trittico Ibsen (Verso Peer Gynt) – Gadda (Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana)- Dostoevskij (I fratelli Karamazov- Il Grande Inquisitore), rispettivamente declamati da Massimo Popolizio, Paola Bacci con Giovanni Crippa e Massimo De Francovich.

Nella seconda tranche di spettacolo è Galatea Renzi a incaricarsi della declamazione del dramma di Alberto Savino dal titolo Alcesti di Samuele, in scena a Roma nel 1999. Si apre così la lunga sezione spettacoli messi in scena da luca Ronconi negli anni Duemila; il primo è La Vita è Sogno, opera esemplificativa del Ciclo de oro di cui Calderòn de la Barca incarna il maggiore esponente, impersonato da Riccardo Bini e Massimo Popolizio. A seguire Il Candelaio di Giordano Bruno, nell’interpretazione di Manuela Mandracchia; il filosofo di Nola viene omaggiato una seconda volta da Fabrizio Falco in una ennesima lettura della sua commedia in cinque atti. A seguire l’immancabile Mercante di Venezia, declamato da Fausto Russo Alesi; e ancora, la fiaba La Teiera di Hans Christian Andersen rivive attraverso le parole di Paolo Pierobon, il quale accompagna Riccardo Bini nella lettura successiva di Pornografia. Il poeta danese Andersen è di nuovo in scena con Storia di una Madre, lettura di Lucrezia Guidone. La carrellata di frammenti di spettacoli si conclude con la rievocazione delle due ultime pièce milanesi, rispettivamente Celestina laggiù vicino alle concerie in riva al fiume, purtroppo non interpretato da Maria Paiato, assente per ragioni di salute, e Lehman Trilogy di Stefano Massini, in scena al Teatro Grassi il 29 gennaio scorso, letto da Fausto Cabra.

Questa splendida iniziativa dimostra la volontà di mantenere vivo il ricordo di una delle personalità più amate e apprezzate del teatro italiano. Il Teatro di Roma si mostra ancora una volta in prima linea nella promozione culturale della Capitale. Ci auspichiamo che questo impegno prosegua in altri progetti altrettanto coinvolgenti e culturalmente validi.


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