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Io e te

Pubblicato il 25 ottobre 2012 da Antonio Valerio Spera
VOTO:


Io e te

Dieci anni. Sono passati ben dieci anni dall’ultima prova dietro la macchina da presa di Bernardo Bertolucci. Il film era The Dreamers, un’opera complessa, rischiosa, che non mancò di fare scandalo. Le vicende morbose dei tre ragazzi chiusi dentro un appartamento parigino, protagonisti di una rivoluzione personale mentre fuori iniziavano i primi furori sessantottini, hanno rappresentato per tutto questo tempo l’ultima immagine cinematografica di Bertolucci. E ora che il regista di Novecento ha deciso di lasciare alle spalle il suo periodo di inattività, causata inevitabilmente dalla sua malattia e dalla sua conseguente disabilità, il suo cinema riparte più o meno da dove l’avevamo lasciato, e cioè tra quattro mura. Io e te, presentato fuori concorso alla 65° edizione del Festival di Cannes, è infatti l’ennesimo Kammerspiel della carriera di Bertolucci, il terzo consecutivo, dopo L’assedio e appunto The Dreamers. Tratto dall’omonimo breve romanzo di Niccolò Ammaniti, che Bertolucci ha "rivisto e corretto" limando i suoi elementi più deboli, il film vede due giovani, fratello e sorella, conoscersi e scoprirsi in una settimana passata segretamente in una cantina. Lui, Lorenzo, sociopatico, solitario e con un difficile rapporto con i genitori; lei, Olivia, figlia dello stesso padre, che odia la mamma di Lorenzo per avergli portato via il genitore e che rifugge le insoddisfazioni della sua vita nell’arte fotografica e nella droga.
Con Io e te, Bertolucci prosegue il suo cammino introspettivo nella solitudine e nell’alienazione giovanile, e questa volta lo fa senza presentare sottotesti politici e ideologici, ma solo raccontando con candore e immediatezza la crescita di un rapporto difficile, di una complicata relazione tra due giovani di generazioni diverse eppure legati dallo stesso senso di smarrimento nei confronti di un mondo che sembra non lasciargli la possibilità di affermare le proprie identità. Sicuramente lo sguardo di Bertolucci rimane più esterno alla narrazione del solito e il suo tocco si sente di meno. L’ambientazione stretta e angusta della cantina dove è ambientato il film lo costringe infatti a lavorare di sottrazione da un punto di vista formale: pochi carrelli quindi e movimenti di macchina limitati. Ma se da una parte si avverte con un po’ di nostalgia la mancanza dello stile “fastoso” del regista, dall’altra questa forma più asciutta e diretta ci regala un Bertolucci meno misterioso e più dolce, e ci avvicina fortemente ai due personaggi, alle loro psicologie, al loro malessere. Due personaggi che, costretti nelle quattro mura dello scantinato di un palazzo romano, si scoprono con tutte le loro debolezze ed insicurezze, con le loro paure e la loro voglia di riscatto. Come forse mai è successo nel cinema di Bertolucci, la materia narrativa si presta a poche interpretazioni in questo caso: la semplicità della storia va a coincidere con un’altrettanto semplice lettura, unica, univoca. Il significato di questa breve storia non va rintracciato in chissà quale luogo sotterraneo alla narrazione, in un qualche livello nascosto del testo filmico, ma risiede nelle stesse azioni e parole dei personaggi, che così come si aprono l’un l’altro, fanno altrettanto con lo spettatore.
All’apparenza Io e te può sembrare un film estraneo alla poetica del suo regista, ma è in realtà l’ennesima prova di un autore che ama indagare l’animo irrequieto dei giovani, pronti in ogni momento storico a proporre con forza un personale o universale progetto “rivoluzionario”. E la mano di Bertolucci risulta evidente anche nel ritratto dei due protagonisti, soprattutto in quello di Olivia, un altro straordinario inquieto personaggio che va ad aggiungersi alla lunga carrellata di oscure figure femminili della sua carriera. Ad interpretarla con disperazione e innocenza, un’intensa e bravissima Tea Falco, e a tenerle testa il talentuoso Jacopo Olmo Antinori: sicuramente continueremo a sentir parlare di loro, com’è successo per tutti gli attori lanciati da Bernardo Bertolucci.


CAST & CREDITS

Io e te Regia: Bernardo Bertolucci; sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Francesca Marciano, Umberto Contarello, Niccolò Ammaniti; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Jacopo Quadri; scenografia: Jean Rabasse; musica: Franco Piersanti; interpreti: Tea Falco, Jacopo Olmo Antinori, Sonia Bergamasco; produzione: Wildside; distribuzione: Medusa; origine: Italia; durata: 103’.


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