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Joe

Pubblicato il 1 settembre 2013 da Giovanna Branca

VOTO:

Joe

E’ la provincia americana del Sud più povero e degradato l’ambientazione di Joe di David Gordon Green, tratto dal romanzo di Larry Brown; quella già vista in tantissimi film ed in fondo non dissimile, mutatis mutandis, da quella di un altro film in concorso a Venezia 70: Child of God di James Franco. Stavolta però il protagonista è positivo, perfino buono, un classico duro dal cuore d’oro. E’ il Joe del titolo, interpretato da un muscoloso e tatuato Nicolas Cage.
Anche la storia è delle più classiche: nella vita del solitario protagonista, a capo di un’impresa semi legale di abbattimento degli alberi, irrompe un giorno il quindicenne Gary (il bravissimo Tye Sheridan di The Tree of Life) in cerca di un lavoro.
Gary è figlio di una famiglia disastrata che vive in una catapecchia di periferia, con un padre vagabondo, alcolizzato e violento, una madre praticamente inesistente ed una sorellina che ha smesso di parlare. In breve tempo il ragazzo vedrà in Joe la figura paterna mancante, così come quest’ultimo si prenderà a cuore le vicende della dura della vita di Gary. Purtroppo però Joe ha un problema di temperamento irascibile e di conseguenza uno ancora più grande con le forze dell’ordine.
Una storia che ne ricorda tante altre (tra i più recenti viene in mente Gran Torino di Eastwood), ben confezionata – ottimi gli attori, con Nicolas Cage che con la sua mimica regala gran momenti comici, regia senza picchi virtuosistici ma elegante quanto basta – ma che forse avrebbe bisogno di qualcosa in più rispetto a ciò che offre per essere ricordata. Il suo più grave difetto è l’eccessivo didascalismo, la verbosità estrema che porta a spiegare e banalizzare ogni carattere, ogni direzione della trama. E’ una regola d’oro del cinema e non solo che se qualcosa può essere mostrata senza bisogno di spiegazioni eccessive, si dovrebbe tagliare tutto il superfluo. Una strada non seguita da David Gordon Green e dallo sceneggiatore Gary Hawkins, nonostante il suo precedente Compliance, visto a Torino, fosse ben più asciutto e incisivo. Che Joe sia un buono trapela dalle sue azioni, dai suoi rapporti umani, ma ci viene comunque propinata una serie di dialoghi che sottolineano senza tregua questa sua bontà d’animo, nonché un monologo dello stesso protagonista sui mali del mondo di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ciononostante, soprattutto considerata la poca brillantezza delle altre opere viste sinora in concorso, Joe resta un buon film, una storia edificante (anche troppo) che ha il merito soprattutto di raccontare con garbo una storia cupa e violenta.


CAST & CREDITS

(Joe) Regia: Dadiv Gordon Green; sceneggiatura: Gary Hawkins; fotografia: Tim Orr; montaggio: Colin Patton; musica: Jeff Mcllweyn; interpreti: Nicolas Cage (Joe Ransom), Tye Sheridan (Gary), Ronnie Gene Blevins (Willie), Heather Kafka (Lacy); produzione: Worldview Entertainment, Dreambridge Films; origine: Stati Uniti; durata: 117’.


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