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Judy

Pubblicato il 30 gennaio 2020 da Monia Manzo
VOTO:


Judy

Il film Judy, senz’altro uno dei migliori lavori alla Festa del cinema di Roma, è di sicuro un manifesto dell’attorialità americana.
Potremmo premiare tutti i film nostrani che vogliamo, ma chi volesse assistere a una prova da candidatura all’Oscar dovrebbe vedere Renè Zellweger interpretare la Garland come se nella sua vita di attrice avesse replicato per anni solo questa difficile e complessa parte.

Innanzi tutto si deve sottolineare il difficile repertorio canoro e la necessità di una voce possente, che qui ritroviamo e ad alti livelli, inoltre bisogna considerare una sceneggiatura degna di un personaggio sopra le righe, geniale e in fase declinante della propria forma fisica e mentale. Si può quindi solo immaginare quale intensità abbia rappresentato per tutti coloro che hanno lavorato al film è che grande lavoro ci sia stato da fare senza risparmiare nessuno.

Il film è un coacervo di attori meravigliosi, di inquadrature che riescono ad esprimere l’intensità sia del dramma interiore della protagonista, che la sua della musica e del canto.
Questi livelli si sono sempre sovrapposti senza mai potersi distinguere nella vita di Judy Garland, obbligata sin da ragazzina a prendere svariati tipi di pillole per non avere fame o per dormire, a seconda di ciò che servisse per motivi scenici.

Ciò che per noi è un ricordo gioioso come la piccola protagonista del Il mago di Oz, Dotothy, in realtà celava una drammatica vita fatta di regole a comando... ricordi che permangono nella memoria dell’artista per tutta la propria esistenza affastellandosi nella testa assieme all’allora presente.

Quando le chiedono cosa avesse preso per la depressione risponde: «Quattro mariti». Purtroppo, anche in amore non era stata così fortunata nonostante avesse avuto dei figli, una delle quali è Liza Minelli, buon sangue non mente.
Ciò che colpisce di questo personaggio è una malinconia che non significa tristezza, ma quella consapevolezza degli artisti di quanto sia assurdo dover vendere sempre e comunque, a qualsiasi condizione qualcosa di loro stessi, assieme alla performance vola via un pezzo della propria anima.

Ogni volta che Judy calcava le scene il teatro tremava, ma un artista è innanzitutto un essere umano e nessuno può costringerlo ad essere per sempre quell’idea di star concepita dall’immaginario collettivo.
Eccezionale interpretazione di tutti gli attori e sopratutto della protagonista che hanno reso reali scene di una biografia di un’artista spentasi come una candela all’età di soli 49 anni e già lontana nel tempo.
È meraviglioso poter rivivere una vita così complicata e intensa grazie ad un film di così alto livello.


CAST & CREDITS

(Judy) Regia: Rupert Goold; sceneggiatura: Tom Edge; fotografia: Ole Bratt Birkeland; montaggio: Melanie Oliver; musica: Gabriel Yared; scenografia: Stella Fox; interpreti: René Zellweger, Jussie Buckley, Finn Wiirock, Micheal Gambon;produzione: David Livingstone; origine: USA; durata: 118’


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