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Jupiter - Il destino dell’universo

Pubblicato il 5 febbraio 2015 da Annalaura Imperiali
VOTO:


Jupiter - Il destino dell'universo

Come sono bravi gli americani a fare film. Questa, per quanto assolutamente personale, soggettiva e discutibile, è una posizione assunta da molti cinefili ed esperti, a tal punto da renderla una delle domande (o affermazioni?) fondamentali da cui nasce la forza della New New Hollywood, termine con il quale il Professor Vito Zagarrio – ordinario di cinema all’Università degli Studi Roma Tre – definisce l’attuale cinema hollywoodiano, a partire dall’inizio del XXI secolo, all’interno del suo intervento Youth Without Youth: New Hollywood and New-New Hollywood Between ‘Modern’ and ‘Postmodern’ nell’ambito del convegno Modernità nelle Americhe tenutosi nella suddetta università in data 24-25/05/2012.

Ma torniamo un attimo a noi. The Wachowskis, generalizzazione al plurale che sta ad indicare Lana ed Andy Wachowski, i grandi registi di Matrix – con cui si è inaugurato il nuovo millennio – nonché i grandi sceneggiatori di V per Vendetta – con cui si è data vita alla forza politica diffusa dalla maschera di V come paradigma della più intelligente libertà d’espressione – tornano sul grande schermo in qualità, stavolta, di registi, sceneggiatori e produttori contemporaneamente. Il film da loro creato, in terza dimensione e con tanto di notevolissimo uso d’effetti speciali, è Jupiter: una galattica e modernissima riproposizione del capitalismo americano.

Channing Tatum e Mila Kunis sono i protagonisti di questo Destino dell’universo, come recita la traduzione del titolo in italiano, che porta con sé un’affascinante avventura di fantascienza ideata e ambientata da una parte fra le strade di Chicago e dall’altra tra le più remote galassie che gravitano nello spazio. Jupiter Jones (la Kunis) è nata di notte ed il suo cielo astrale promette grandi cose. Da adulta, però, sarà costretta ad abbandonare i suoi sogni e ad affrontare la dura realtà di un lavoro da domestica e di una serie infinita di fallimenti sentimentali. Solo quando Caine (Tatum), un ex militare geneticamente potenziato, giunge sulla Terra per rintracciarla, Jupiter assapora gli straordinari eventi che il destino ha in serbo per lei da molto più tempo di quanto osi immaginare: ella scopre infatti di essere stata prescelta per ricevere una straordinaria eredità genetica che potrebbe modificare per sempre l’equilibrio del cosmo. Ma quando viene trovata, come in tutti i classici americani, il cattivo si risveglia e con esso riprende forza tutta la malvagità che risiede nel volersi impossessare dell’enorme potere di controllo sul Pianeta Terra.

Una riflessione sulla trama, d’altra parte, è d’obbligo: è molto interessante il fatto di concentrare la lotta tra bene e male, tipica di tutti i film intergalattici, sul piano dell’egocentrismo umanistico in base al quale noi siamo la prima (ed unica?) presenza di vita nell’universo. Non solo bisogna seriamente cominciare a pensare che con ogni probabilità non è così, ma sarebbe necessario anche ridimensionare la presuntuosa megalomania così diffusa all’interno della razza umana. Per citare dal latino il libro sapienziale della Bibbia Qohelet (o Ecclesiaste): "vanitas vanitatum et omnia vanitas"...

Per quanto Jupiter – Il destino dell’universo si presenti con un aspetto sicuramente non originale (si pensi al pregresso della grandissima saga di Star Wars o alla fantascienza applicata ad altre dimensioni tipica della sopracitata trilogia di Matrix, anch’essa appunto firmata dai Wachowski Brothers), esso vanta scenografie mozzafiato, un ottimo montaggio a prova di brivido nonché un efficientissimo uso dei computer in quanto a SFX, sigla abbreviativa che sta per “Special Effects”.

Ed ecco perché,tornando all’incipit, Jupiter funziona: perché il cinema americano contemporaneo, per quanto ripetitivo o addirittura banale possa essere la trama di un film, riesce sempre a conquistare lo spettatore in sala e ad attrarlo a sé, con l’eterno sistema del blockbuster tutt’ora in voga il quale, pur non riferendosi in questo caso – come per antonomasia vorrebbe la definizione del termine stesso – a larghe fasce di pubblico, monopolizza comunque quella giovanile in preda al processo, inarrestabile e crescente, di americanizzazione spinta in tutti gli strati dell’attuale società.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Jupiter); Regia: THE WACHOWSKIS (Lana & Andy); sceneggiatura: Lana & Andy Wachowski; fotografia: John Toll (Asc); montaggio: Alexander Berner; musica: Michael Giacchino; interpreti: Channing Tatum (Caine), Mila Kunis (Jupiter Jones), Sean Bean (Stringer), Eddie Redmayne (Balem Abrasax), Douglas Booth (Titus Abrasax); produzione: Warner Bros., Village Roadshow Pictures, The Aaron Sims Company; distribuzione: Warner Bros.; origine: USA, 2015; webinfo: Sito Ufficiale; durata: 125’;


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