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Karaoke Girl

Pubblicato il 25 novembre 2013 da Luca Lardieri

VOTO:

Karaoke Girl

Sao Karaoke è un film a metà strada tra il documentario e la fiction che si fonde e confonde tra lo sguardo malinconico della sua protagonista Sao, ventitreenne sospesa tra il passato di un’esistenza condotta all’interno di una disagiata e disastrata periferia e un presente claustrofobico in cui la prostituzione all’interno degli squallidi karaoke bar della dispersiva Bangkok sembrano rappresentare l’unica risposta alla povertà e all’indigenza della sua famiglia. Famiglia che l’ha lasciata andare via quando lei aveva solo quindici anni nella speranza che il suo lavoro all’interno di una fabbrica di dolciumi avrebbe permesso tutti loro di condurre un’esistenza più tranquilla. Sao però guadagnava poco per potersi caricare sulle spalle il peso di altre sette persone. Così decide di indossare una maschera fatta di blush appariscenti e matite marcate per poter nascondere la sua dolcezza e semplicità di ragazza di campagna e corazzarsi contro la crudeltà della realtà. Ma i trucchi possono nascondere e inaridire i lineamenti, non i sogni e Sao finisce per innamorarsi di un ragazzo dall’animo apparentemente gentile che forse potrà fornirle la spinta finale per lasciare quel mondo e diventare una famosa cantante.

Un film delicato, intenso e commovente che attraverso una narrazione molto distesa e dilatata fonde immagini dalla fotografia digitale sporca e sovraesposta ad altre oniriche e dalla bellezza mozzafiato (in tal senso eccezionale la sequenza del rito propiziatorio della semina dei campi) che conducono l’occhio e il cuore di chi osserva alla scoperta delle due anime di questa protagonista. I dialoghi sono ridotti all’osso, e l’intreccio si dipana quasi per coincidenze che riescono ad amalgamare con sapienza due stili talmente lontani tra loro da dare vita ad una visione intimista e allo stesso tempo accattivante.

La protagonista dà prova di grandi capacità attoriali, riuscendo a comunicare attraverso uno sguardo, un movimento delle labbra, un aggrottamento di ciglia, rapendo costantemente l’attenzione dello spettatore e distogliendolo dall’onnipresente macchina a mano che segue ogni suo movimento e che, con l’andare del tempo, finisce per scomparire, nascosta dietro la sua interpretazione. Un film davvero notevole e originale sia da un punto di vista artistico che tecnico il quale, una volta superata la fase iniziale in cui si fatica ad entrare in sintonia con questa commistione di stili, si fa amare ed ha il pregio di continuare a crescere anche al riaccendersi delle luci in sala. Luci che mischiano le speranze e le delusioni di quella giovane ragazza e che di sicuro non lasceranno indifferente la giuria di questo trentunesimo Torino Film Festival.


CAST & CREDITS

(Sao Karaoke); Regia e sceneggiatura: Visra Vichit-Vadakan; fotografia: Chananun Chotrungroj, Sandi Sissel ; montaggio: Perry Blackshear, Saranee Wongphan; musiche: Koichi Shimizu; interpreti: Supavitch Mepremwattana, Nang Sittijun, Sampao Sittijun, Buntham Sittijun; produzione: Hidden Rooster Films; origine: Thailandia/USA, 2013; durata: 77’.


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