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Karenina & I

Pubblicato il 12 aprile 2019 da Fabiana Sargentini


Karenina & I

La transiberiana, le rotaie, una donna in preda ad un amore pazzo, un figlio abbandonato, un viaggio dentro se stessi. Questi i temi dominanti del bel film (a cavallo tra documentario e film di finzione) di Tommaso Mottola, italiano, interpretato da Gørild Mauseth, un’attrice norvegese che vive in Italia e che si prepara a recitare uno spettacolo a Vladivostok in russo, lingua di cui non conosce nemmeno l’alfabeto. Il film, nato da un progetto ambizioso di crowdfunding, segue le orme dell’attrice alla ricerca di Anna Karenina, del suo legame con il personaggio, scavando nella sua vita, scoprendo diversità e somiglianze, paesaggi incredibili di deserti sconfinati, di neve, di fiordi norvegesi, l’habitat naturale dove la Mauseth è cresciuta da bambina. Lo,spettatore si perde in questo viaggio di formazione, iniziatico, non per principianti, tra dubbi amletici, morali questioni sull’adulterio, domande esistenziali sul ruolo dei genitori e sulla primarietà della prole sulla vita degli adulti: quanto coraggio ci vuole per lasciare tutto, per mettersi al centro, per diventare soggetti unici della propria vita? E quanto male fa agli altri tutto ciò? Anna Karenina non sostiene un ruolo da protagonista (pur essendolo, dando addirittura il titolo al romanzo), lei ama, ricambiata, ha un’amante fuori dal matrimonio, quando una cosa del genere significava alto tradimento, immoralità totale, degradazione e messa al bando. Anna ama e abbandona, soffre questa passione assoluta che le annienta ogni altro desiderio, ogni altro amore, fondamentalmente quello filiale, ma una volta compiuta la sua scelta non si guarda indietro, non rimpiange nulla, non torna sui tuoi passi: le rotaie, che la attraggono, che le fanno tornare in mente i ricordi di ragazzina sepolti per il troppo dolore, sono l’inizio e la fine, la destinazione ultima pericolosa e protratta fino alla massima estensione, il luogo in cui, una volta arrivata, nonostante lo sblocco della memoria e il flusso di ricordi acceso, nulla le impedisce più di dire addio. L’attrice norvegese compie un medesimo percorso a ritroso nel suo passato, nelle sue memorie dimenticate, fino al fiordo da cui è partita. Ed è lì che ritornerà, con marito e figlio, dopo la grande prima dello spettacolo, dopo grandi fatiche, dopo incontri e scoperte, dopo un mese di prove e di messa in discussione a bordo di un treno storico dal percorso interminabile, dopo aver raggiunto il suo obiettivo di recitare un personaggio centrale della letteratura tradizionale russa, Anna Karenina di Lev Tolstoj. Le parole dello scrittore, raccontate dalla suadente voce narrante di Liam Neeson, seducono e spiegano, scandiscono impartendo dettami di vita, sorprendono e stravolgono per lucidità e purezza. Lo scrittore, che ha finito i suoi giorni da solo, vicino ad una stazione ferroviaria, come tutti i grandi autori, primo fra tutti Gustave Flaubert che lo dichiarò ironicamente nella celeberrima frase "Madame Bovary c’est moi", in parte si rispecchia e traspare, anche lui, nel suo personaggio forse più famoso, la fedifraga (guarda caso come Emma Bovary) magnifica amante suicida di fine Ottocento chiamata Anna Karenina.


CAST & CREDITS

(Karenina & I); Regia: Tommaso Mottola; fotografia: Andreas Ausland, Tommaso Mottola, Gleb Teleshov; montaggio: Michal Leszczylowski; musica: Philip Glass, Michael Nyman, Lars Årdal; interpreti: Gørild Mauseth, Liam Neeson, Sonia Bergamasco, Baltazar, Evgeniia Guliashcheva, Valentin Zaporozhets, Evgeny Veigel, Vladislav Yaskin, Kristina Babchenko; produzione: Orto Polare AS; origine: Norvegia, 2017; durata: 85’


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