X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



KUNG POW - ENTER THE FIST

Pubblicato il 18 luglio 2002 da Alessandro Borri


KUNG POW - ENTER THE FIST

L’operazione è abbastanza folle, senza dubbio. Per giocare sugli stilemi del gongfu pian (che non sono film di karate, come si dice nel pressbook, ma di kung fu) Steve Oedekerk prende tra i centinaia possibili Tiger and Crane Fist (Wang Yu, 1976), lo restaura, rielabora la colonna sonora (anche il Woody Allen degli esordi aveva fatto qualcosa del genere con un film giapponese), doppia tutti i personaggi come Mel Blanc nei Looney Tunes, e per finire si inserisce nel vecchio film come Steve Martin in Il mistero del cadavere scomparso di Carl Reiner, sostituendosi digitalmente a Wang Ju (il primo “one-armed swordsman” di Zhang Che).

I topos (la rivalità e la vendetta, il prescelto e le profezie mistiche, le armi segrete e l’unica donna eternamente squittente - il genere, si sa, è tra i più misogini), i luoghi (radure e templi abbandonati, la scuola di arti marziali e il villaggio da mettere a ferro e fuoco), i modi (mosse di discendenza zoologica e addizioni di wire work, allenamenti coi manichini e urletti alla Bruce Lee) del genere ci sono tutti, miscelati con combattimenti a ritmo di hip hop e l’ormai inevitabile satira di Matrix. Ma Kung Pow squaderna anche jokes squisitamente metalinguistici, sugli zoom impazziti tipici degli anni ’70 o sugli altrettanto tipici flashback con sfocatura, sulle sempiterne inquadrature di raccordo e i fermi immagine, gli errori di edizione e i dialoghi fuori sinc, per non parlare dell’interruzione pubblicitaria o della anticipazione finale dell’ipotetico sequel.

Che dire? Oedekerk regista vira la cinefilia della generazione tarantiniana (c’è anche l’obbligatorio pizzico di blacksploitation) su un versante goliardico che rammenta il Landis di Ridere per ridere e Donne amazzoni sulla luna; Oedekerk attore è un Jim Carrey (da lui diretto in Ace Ventura - Missione Africa, da cui riprende l’utilizzo improprio degli animali) più imbambolato. Raffinatezza e scempiaggine si sposano inestricabilmente in un prodotto quasi ingiudicabile, soprattutto doppiato. A Hong Kong comunque cose del genere le fa ad un livello incomparabile Stephen Chiau, e di recente anche Edmund Pang e Vincent Kok nel delizioso You Shoot, I Shoot hanno messo alla berlina i luoghi comuni dell’action alla John Woo con sagacia indubbiamente maggiore.

[Luglio 2002]

Cast & credits:

regia: Steve Oedekerk; sceneggiatura: Steve Oedekerk; fotografia: John J. Condor; montaggio: Paul Marshal; musica: Robert Folk; scenografia: Héctor Vélez; costumi: Shawnelle Cherry; interpreti: Steve Oedekerk, Leo Lee, Jennifer Tung; produzione: O Entertainment; origine: USA 2001; distribuzione: Twentieth Century Fox; web info: www.20thfox.it.

Enregistrer au format PDF