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L’Armée du Salut

Pubblicato il 9 settembre 2013 da Filippo Baracchi

VOTO:

L'Armée du Salut

Abdellah Taïa è il primo scrittore arabo ad aver dichiarato pubblicamente la propria omossessualità.
L’armee du salut rappresenta il suo debutto alla regia ed è la trasposizione del suo romanzo. Con diversi elementi autobiografici, affronta la vicenda di Abdellah, giovane marocchino omosessuale di Casablanca, che vive un rapporto conflittuale con il padre.
La violenza di questo nei confronti della madre irrigidisce ogni rapporto famigliare, portando alla fuga i figli.
Abdellah si trova dunque ad un certo punto a decidere se rimanere vittima di un maschilismo che non lascia vie d’uscita nei confronti delle persone e o se scegliere se costruirsi un futuro in un altro paese.
L’armee du salut, l’esercito della salvezza, è l’ostello di Ginevra nel quale si trova confrontarsi con il presente, il futuro e il passato delle proprie scelte e della propria origine.

Ripulito di tutti gli elementi superflui del libro, il film di Taïa oscilla tra realismo e introspezione.
Taïa costruisce le proprie sequenze con piani sequenza e primi piani semplici, cercando di estrarre il protagonista dell’ambiente nel quale vive per descrivere la sua intimità.
Il film si può dividere in due parti: una molto convincente in cui si racconta l’adolescenza di Abdellah; la seconda più sottomessa, sia narrativamente che registicamente, che descrive Abdellah adulto, lontano dalla propria terra di origine.
Abdellah interpretato da Said Mrini (ragazzo) e Karim Ait M’hand (giovane) è una persona dalla profonda tenerezza e sensibilità. Si può considerare una sorta di Doran Grey arabo, dagli occhi neri e profondi e dai capelli che sembrano disegnati, una bellezza perfetta e senza tempo. La propria conflittualità nei confronti della rigidità famigliare emerge bene e chiaramente all’interno della storia. L’omosessualità di Abdellah viene abbozzata senza indugiare molto.
La canzone del suo idolo Abdel Halim Hafez, che permetterà a Abdellah di trovare sé stesso lontano da casa, è un ricordo dell’infanzia del regista. Delinea bene l’elemento antropologico-mediatico dei paesi arabi e costituisce l’elemento poetico del film.
Complessivamente l’opera di Taïa è sufficiente, anche se ha tutti i limiti dell’opera prima.


CAST & CREDITS

(L’armee du salut); Regia: Abdellah Taïa; sceneggiatura: Abdellah Taïa; fotografia: Agnès Godard; montaggio: Françoise Tourmen; interpreti: Said Mrini, Karim Ait M’hand, Amine Ennaji; produzione: Les films de Pierre; origine: Marocco, 2013; durata: 81’


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