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L’inganno

Pubblicato il 22 settembre 2017 da Anton Giulio Onofri
VOTO:


L'inganno

Chi ha pratica di pornografia, sa che ne esiste una pensata e realizzata espressamente “for ladies”, cioè dal “pov” (point of view) delle signore. Perché quando si tratta di relazioni tra uomini e donne, il punto di vista ovviamente cambia se ci si pone dall’una o dall’altra parte. The beguiled, per chi non lo sa o non se lo ricorda, è un film del 1971 diretto da Don Siegel e interpretato da Clint Eastwood (il titolo italiano è La notte brava del soldato Jonathan), anzi, non è solo un film: è un capolavoro. Un capolavoro al testosterone e “coi peli sul petto”, come avrebbe detto Andrea Pazienza, manifesto di un cinema statunitense violentemente moderno, sperimentale, di quella “serie B” che distante dalle patinature accademiche raccontava, con stile libero e spregiudicato, la vera anima dell’America, politicamente divisa, accesa ancora dai sogni di democrazia del decennio appena terminato, ma affacciata sul baratro dell’incertezza del tempo a venire, e frenata dal disincanto dell’esito imminente della Guerra del Vietnam. A nuovo secolo abbondantemente cominciato, e con nuove incombenze belliche che minacciano il mondo, ecco che una delle registe tra le più amate e detestate della sparuta scuderia femminile di cineaste contemporanee, Sofia Coppola, decide di girare una nuova versione cinematografica del romanzo di Thomas Cullinan da cui Don Siegel trasse il suo film del ’71. Ne è uscito fuori, più che un remake del film con Clint Eastwood, una nuova riduzione per lo schermo del romanzo di Cullinan declinata secondo una sensibilità tutta femminile, che all’audacia dello stile aggressivo e idiosincratico del modello originale, contrappone specularmente una linea narrativa più morbida (soft), muschiosa di fragranze corporali e afrori femminili meno vistosi e avvertibili da una sensorialità più intima e discreta, suggerita, adombrata, di cui le brume mattutine che inumidiscono la boscaglia intorno alla magione neoclassica in cui Miss Martha ospita le sue allieve, sono il naturalistico spelling. Tutto è trattenuto più che esibito, rispetto al virilissimo Siegel, in questa rivisitazione di Sofia Coppola, concentrata e cerebrale come un film porno “for ladies”, dove la sensualità ribolle e pulsa all’interno di un bosco mostrato dal di dentro, impenetrato se non dai raggi solari del crepuscolo, dove covano inconfessate pulsioni erotiche che esplodono nella castrazione e nell’eliminazione fisica del maschio, metafora elegantissima dell’organo femminile custodia di slanci, rivalse e vendette, espressioni di un potere che in tempo di guerra, quando cioè l’uomo è impegnato al fronte, ritorna nelle mani delle donne. Molto più Kammerspiel della versione di Don Siegel, nel suo restare sempre chiuso all’interno della casa nel bosco, The beguiled di Sofia Coppola gestisce il gruppo delle ragazze ospiti di Miss Martha come marionette che all’arrivo del maschio (il soldato nordista Jonathan ferito in battaglia) si sottraggono ai fili della loro burattinaia, scatenando tra loro reazioni e comportamenti che non sono capaci di tenere sotto controllo. Da Nicole Kidman a Kirsten Dunst, meravigliose, da Elle Fanning alle fanciulle più piccole, che sembrano selezionate consultando cataloghi della pittura ritrattistica della seconda metà dell’800 nordamericano, la Coppola inserisce il suo manipolo femminile negli interni soffusi e ovattati della residenza componendolo in inquadrature di insinuante perfezione formale, e ce le mostra come spettri di donne ripescate da un limbo di morti viventi, richiamate in vita dall’arrivo del soldato ferito, un ottimo Colin Farrell di nuovo in buona forma fisica, dopo la panzotta esibita nei film di Lanthimos. Le immerge nella colonna sonora dei rombi lontani delle cannonate della Guerra di Secessione, cui si aggiungono rari, essenziali e materici melismi dei Phoenix, rielaborazioni stranianti del Magnificat di Monteverdi (in coincidenza con i 450 anni dalla sua nascita?), e confeziona un disturbante “period piece” giocato, come sempre il suo cinema, sul levare, sul togliere, sullo smorzare, in linea con lo stile narrativo e formale di un film che nel trattenere tutto dentro di sé lascia trapelare un mistero della femminilità che, sembra dirci Sofia, è sempre meglio non andare a sollecitare se ne si vuole uscir vivi.


CAST & CREDITS

(The beguiled); Regia: Sofia Coppola; sceneggiatura: Sofia Coppola; fotografia: Philippe Le Sourd; montaggio: Sarah Flack; musica: Phoenix; interpreti: Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning; produzione: American Zoetrope; origine: USA, 2017; durata: 94’


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