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L’ultimo esorcismo

Pubblicato il 3 dicembre 2010 da Salvatore Salviano Miceli


L'ultimo esorcismo

L’esorcismo non è solo uno dei topoi della letteratura e della cinematografia horror (inutile stilare elenchi che comprendono i soliti noti). È probabilmente la rappresentazione di una delle paure più grandi dell’uomo. La paura, al contempo, della morte e dell’ignoto. La paura di perdere la relazione con la propria mente ed il proprio corpo. Ma, soprattutto, la paura di dovere ammettere l’esistenza di qualcosa di inspiegabile, di talmente irrazionale da sfuggire alle nostre capacità di controllo.
Il regista e gli sceneggiatori partono da un dato reale ed effettivo nella costruzione di The Last Exorcism. L’effettiva crescita della pratica esorcista e, addirittura, l’apertura da parte del Vaticano di un vero e proprio corso di esorcismo per sacerdoti. La fortunata intuizione di Huck Botko e Andrew Gurland, autori dello script, è stata quella di fissare, all’interno del racconto filmico, la presenza consapevole della macchina da presa, tecnica introdotta nuovamente al cinema dal più che bello Rec di Jaume Balaguerò, ad oggi uno degli horror più efficaci degli ultimi anni. Così noi spettatori siamo perfettamente consci che ciò che ci è dato vedere è solo quello che viene filtrato dall’obiettivo del cameraman chiamato a girare un documentario sul Reverendo Cotton Marcus, esorcista pentito, deciso a smascherare le truffe che si nascondono dietro questa pratica. _Chiaramente, altrimenti non ci troveremmo di fronte ad un horror, il caso che gli si prospetterà lo indurrà almeno a riconsiderare l’idea della presenza del demonio. Il regista, Daniel Stamm (A Necessary Death, il suo film precedente, sfrutta come in questo caso uno stile documentarista), è molto abile nel cucire la narrazione intorno ad un dubbio cruciale. Siamo chiamati ad interrogarci sul dato effettivo che vediamo. Non è facile capire, infatti, se ciò a cui assistiamo sia davvero manifestazione sovrannaturale o se si tratti di un perverso disagio psichico in grado di trasfigurare tanto la mente che il corpo. Di certo c’è una buna tensione. Il ritmo è serrato, specie in una seconda parte che, pur senza abbondare dei soliti trucchi del genere, non lesina colpi ad effetto. Gli effetti sonori, come sempre accade, sono, infatti, spesi con buona generosità ma anche con una certa intelligenza narrativa. Non mancano, poi, gli attimi in cui è difficile trattenere il classico sobbalzo sulla sedia.
In definitiva si tratta di un buon horror, in grado di tenersi alla larga dai soliti cliché che animano i film sulla possessione demoniaca. Niente di memorabile ma sicuramente divertente. La firma di Eli Roth poi costituirà un ottimo richiamo per gli appassionati del genere.


CAST & CREDITS

(The Last Exorcism) Regia: Daniel Stamm; sceneggiatura: Huck Botko e Andrew Gurland; fotografia: Zoltan Honti; montaggio: Shilpa Khanna; scenografia: Andrew Bofinger; musica: Nathan Barr; interpreti: Patrick Fabian (Cotton Marcus), Ashley Ball (Nell Sweetzer), Iris Bahr (Iris Reisen), Tony Bentley (Pastore Manley); produzione: Louisiana Media, Strike, StudioCanal; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Usa; durata: 88’.


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