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L’UOMO SENZA PASSATO

Pubblicato il 14 dicembre 2002 da Andrea di Mario


L'UOMO SENZA PASSATO

Kaurismäki è come l’allenatore del volley, architetta la stessa partita cambiando continuamente ruolo ai giocatori. Stavolta lancia in pista un ottimo Markku Peltola, il cuoco alcolizzato di Nuvole in viaggio ma la grande testimone di tutte le imprese è sempre lei, Kati Outinen. C’è anche in foto, come sempre dopo la sua scomparsa, Matti Pellonpää, il suo attore più importante, l’amico. L’uomo senza passato è la seconda parte di una trilogia iniziata con Nuvole in viaggio. Sia detto subito, forte e chiaramente: Kaurismäki è uno dei pochi registi oggi a garantirsi la patente di autore. Ultimo epigono dell’umanesimo al cine, dirige la sua partitura con apparente distacco, come se fosse lontano dalla sua stessa materia e questa prendesse forma e sostanza da sè. Vedere e capire quanto il regista, nel suo percorso, sia giunto a perfezionare un simile distacco e ricavarne una invenzione che si svolge davanti ai nostri occhi in un presente perfettamente netto perché, appunto, senza ingombro di passato. Un uomo si addormenta di notte su una panchina nel parco di una grande città. Colpito alle spalle da una banda di rapinatori si ritrova sul greto di un fiume, smemorato in una periferia dove viene accolto tra uomini e donne come lui, senza nulla, abitatori di container. Primo Levi diceva che la povertà è matematica, una legge che Kaurismaki rispetta mostrando ogni calcolo e ogni passaggio senza numeri dopo la virgola. Forse questo film potrà sembrare galleggiare su vecchi materiali: l’ambientazione, il corredo di freddure, il richiamo alle prove precedenti, l’accompagnamento di una band. E invece questo film si solleva con la consistenza di un monolite, smentendo tutti coloro che vogliono riconoscere Kaurismäki per il suo stile, subito, dal décor. Il respiro del film al contrario dimostra che dietro lo stile, i significati sono vieppiù cinematografici: senza quella carica a molla che contraddistingue la vividezza dei precedenti, L’uomo senza passato, sembra come fermarsi, lasciando una profonda grande impronta. Non tanto un film della maturità dunque, quanto un film in cui il regista trascina con sé tutto il suo carrozzone fino a liberarsene per sprigionare le risorse del cinema. L’uomo senza passato poi, potrà avere qualcosa di Miracolo a Milano o de Il grande Lebowski, oppure de L’uomo che amava le donne, chi lo sa. Sembra tutto. Ma di esso un dettaglio della storia pare fondamentale: dopo l’aggressione l’uomo viene ricoverato in ospedale. Sul letto col volto e il capo fasciati il medico osserva l’encefalogramma piatto e senza nemmeno auscultarlo lo dichiara morto, l’infermiera lo copre col lenzuolo. E’ morto. Poi, quando tutti sono usciti dalla scena l’uomo senza generalità e connotati all’improvviso si rialza, come Lazzaro, per andare incontro alla sua storia. Capito?

[dicembre 2002]

regia: Aki Kaurismaki, sceneggiatura: Aki Kaurismaki, montaggio: Timo Linnasalo, fotografia: Timo Salminen, interpreti: Markku Peltola, Kati Outinen, Annikki Tähti, Annikki Tähti, produzione: Pandora Filmproduktion GmbH; Pyramide Productions; Sputnik Oy; Yleisradio, origine: Finlandia/Francia 2001, distribuzione: BIM

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