La gente che sta bene

La tragi-commedia di un uomo ridicolo, frutto amaro di una società in cui imperversano cinismo ed egoismo ed in cui l’ossessione per il danaro ha ormai oscurato ogni valore morale. Nel suo quarto lungometraggio, Francesco Patierno sceglie toni graffianti e sarcastici per la raffigurazione di uno spicchio dell’Italia di oggi, così devastata da furbetti e disonesti; se il suo precedente Cose dell’altro mondo poteva considerarsi una sorta di favola surreale, La gente che sta bene può invece definirsi come una favola “dark”, nella quale il contesto drammatico di fondo è stemperato da pennellate di umorismo “acido”, il cui retrogusto amarognolo, peraltro, non concede quasi mai lo sfogo della risata liberatoria. A dispetto quindi di una campagna promozionale tesa a dipingerlo essenzialmente come una scanzonata commedia all’italiana, il film di Patierno fornisce di fatto un quadro grottesco di una realtà tristemente subita oggigiorno dalla maggioranza della gente, finendo certamente per generare ilarità anche se accompagnata da una buona dose d’indignazione.
L’avvocato Umberto Maria Durloni (Bisio) è un professionista che ha costruito il suo successo sulle disgrazie altrui, utilizzando furbizia e squallido cinismo per puntellare una preparazione approssimativa e capacità non eccelse; ha tuttavia una posizione economica molto solida e possiede una casa lussuosa, dove vive insieme alla bella e tranquilla moglie Carla (Buy), moderatamente infastidita dalle sue scarse attenzioni. E’ “uno che sta bene”, abituato a scherzare senza ritegno su crisi, precarietà e disoccupazione. Quando però la fortuna gli volterà le spalle, si troverà ad annaspare in una realtà crudele che gli rivelerà quanto fosse apparente e vacua la “perfezione” della sua vita; non esiterà tuttavia a riutilizzare le sue solite armi per risalire la corrente, incrociando la sua strada con l’avvocato Azzesi (Abatantuono), un vero e proprio squalo in doppiopetto.
Con La gente che sta bene – di cui è anche co-sceneggiatore – Patierno punta a fornire una raffigurazione impietosa di un certo tipo di società degradata, che nell’ultimo ventennio ha trovato in Italia il giusto terreno di coltura politico e che è stata praticamente “santificata” come modello di successo da certi apparati mediatici, soprattutto attraverso l’uso di tanta cattiva televisione. In una tale ottica, il regista imposta la sua narrazione su un contesto di fondo molto reale, affidando la sua critica feroce all’interazione tra i personaggi ed in particolare ai dialoghi, particolarmente intriganti e divertenti, spesso intrisi di velenoso sarcasmo. L’uso di un registro brillante su un substrato serio, a tratti drammatico, provoca peraltro qualche stridore e finisce forse per togliere un po’ di credibilità e di chiarezza al messaggio del film; probabilmente sarebbe stato preferibile puntare più decisamente sul grottesco, seppellendo nel ridicolo le contraddizioni di gente che ha smarrito la propria umanità.
In ogni caso, la pellicola ha un buon ritmo e diverte in modo intelligente, grazie anche al fondamentale apporto di un cast in forma e ben amalgamato: Claudio Bisio dà vita al personaggio più negativo della sua carriera e, in virtù del suo simpatico istrionismo, rende quasi digeribile l’arrogante cinismo del suo avvocato arrivista; Margherita Buy lavora molto su sguardi ed eloquenti silenzi, donando spessore al suo ruolo di moglie forte ma vittima del distorto ego del marito; Diego Abatantuono – coi suoi inediti occhi di un azzurro trasparente, che fanno da voluto contrasto con la sua natura di squalo – riempie di mefistofelica antipatia il suo personaggio, intimamente perfido dietro un’apparenza accattivante.
Nel panorama del cinema italiano così afflitto da troppa comicità becera, La gente che sta bene si fa apprezzare come un prodotto di buona qualità, i cui toni brillanti sono funzionali a stimolare la riflessione su tematiche molto serie dell’Italia di oggi. Un film che solleciterà molte risate amare e che, quindi, è fortemente sconsigliato per tutti coloro che prediligono l’umorismo da cine-panettone.
(La gente che sta bene) Regia: Francesco Patierno; sceneggiatura: Francesco Patierno, Marco Pettenello, Federico Favot, Federico Baccomo; fotografia: Maurizio Calvesi; montaggio: Renata Salvatore; musica: Santi Pulvirenti; scenografia: Tonino Zera; interpreti: Claudio Bisio, Margherita Buy, Diego Abatantuono; produzione: Colorado Film Production, Rai Cinema, Madeleine; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 105’.
