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LA LEGGENDA DI AL, JOHN & JACK

Pubblicato il 13 dicembre 2002 da Giovanni Spagnoletti


LA LEGGENDA DI AL, JOHN & JACK

In ere più fortunate del cinema italiano come per esempio negli anni Sessanta, l’avventura americana di autori nostrani di talento & cassetta non avrebbe costituito un’eccezione degna di particolare nota. Oggi invece crea scalpore (o quasi) il fatto che un celebre trio di comici si sia imbarcato nell’impresa di girare, con la non piccola somma (almeno da noi) di 10 milioni di €, una simpatica e leggera scampagnata dentro il gangster-movie d’oltreoceano. Ahinoi l’epoca splendida e fortunata quando Sergio Leone poteva permettersi di competere direttamente e alla pari con i generi del cinema americano (dal western sino all’epopea malavitosa di C’era una volta in America), è anni luce lontana. Tuttavia qualche cosina - a prescindere poi dall’impatto economico pratico che dall’impresa l’industria italiana si aspetta da La leggenda di Al, John e Jack - qualche briciola di quel glorioso passato continua a vivere nell’ultima fatica di Aldo, Giovanni e Giacomo. Per esempio nella sagacia e nell’accuratezza della ricostruzione storica (siamo nella New York della fine degli anni Cinquanta quando nei drive-in della zona si programma Vertigo/La donna che visse due volte di Hitchcock) oppure nella qualità e brillantezza della fotografia (lo splendido seppia patinato di Arnaldo Catinari) o ancora in un sapiente uso di caratteristi eccellenti nei ruoli minori: dal boss mafioso Aldo Maccione al petulante cuoco Antonio Catania o ad un Ivano Marescotti poliziotto molto tattico, pauroso e prudente. Certo bisogna aggiungere che l’uso del digitale e degli effetti speciali aiuta oggi molto a risolvere problemi una volta di difficilissima gestione, ma quello che colpisce favorevolmente nell’ultimo film dei Nostri (coadiuvati dal fedele Massimo Venier) è la qualità altamente professionale della confezione che non teme imbarazzanti confronti con la produzione di Hollywood. E questo è già un grosso traguardo raggiunto, una araba fenice nell’attuale cinema commerciale italiano malato di pauperismo e di approssimazione. Detto ciò, un po’ più perplessi si rimane, invece, rispetto al risultato artistico de La Leggenda di Al, John e Jack dove si continua a godere della comicità e delle gag di Aldo, Giovanni e Giacomo ma non con quella forza e continuità che ci si potrebbe aspettare. Insomma si ride di meno - o almeno è quanto è capitato al sottoscritto. Il canovaccio della storia risulta sì abbastanza divertente - le avventure tragicomiche di un terzetto di mafiosi scalcinati, uno dei quali perde la memoria per tutto il film - , alcune gag vincenti non mancano, le citazioni cinefile si sprecano a bizzeffe, a partire da quella ricorrente dall’hitchcockiano Vertigo, il ritmo è altalenante ma abbastanza sostenuto mentre simpatia, bravura e professionalità degli interpreti resta comunque fuori discussione. Tuttavia si ha l’impressione che qualcosa non giri a dovere in questo mondo tutto maschile e maschilista, dove la figura della donna risulta completamente assente - un carburante, si sa, che nei precedenti film aveva prodotto un cortocircuito in più nell’effetto d’insieme, un ingrediente vitale. Che qui invece manca come se Aldo, Giovanni e Giacomo, insieme ai loro valenti collaboratori, si fossero innamorati esclusivamente dello spazio urbano newyorkese e della parodia delle migliaia di polizieschi e gangster movie che di continuo vengono suggeriti o citati. Un leggero passo indietro, quindi, rispetto al passato ma che il futuro, ne siamo certi, si preoccuperà di sfatare come si deve a dei “cavalli di razza”.

[Dicembre 2002]

Regia: Aldo (Baglio), Giovanni (Storti), Giacomo (Poretti) e Massimo Venier sceneggiatura: Aldo, Giovanni, Giacomo, Massimo Venier, Paolo Cananzi, Walter Fontana Fotografia: Arnaldo Catinari; Montaggio: Claudio Cormio; Musica: Andrea Guerra; Scenografia: Eleonora Ponzoni; Interpreti: Aldo, Giovanni, Giacomo, Aldo Maccione, Ivano Marescotti, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Frank Crudele, Giovanni Cacioppo, Paolo Dell’Orto; Produzione: Paolo Guerra per Medusa Film/AGIDI srl in collaborazione con Tele+; Origine: Italia 2002, 105’; Distribuzione: Medusa

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