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Venezia 75 - La quietud - Fuori Concorso

Pubblicato il 2 settembre 2018 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Venezia 75 - La quietud - Fuori Concorso

La quietud di Pablo Trapero (argentino, classe 1971) si distacca dai suoi film precedenti (Il clan, 2015; Mondo grua, 1999) per raccontarci il rapporto tra due sorelle bellissime e molto somiglianti, figlie di un ambasciatore argentino sconvolte dalla improvvisa malattia e successiva morte del padre. Il contesto è sfarzoso: una enorme tenuta di campagna con giardino, orto, cavalli, aironi nel parco e molta servitù, un luogo appropriatamente chiamato la quiete (che da il titolo al film, rovesciandone il significato). Eugenia, la figlia maggiore, vive in Francia col marito dal quale aspetta un bambino. Mia, la secondogenita, legatissima alla figura paterna, in continua lite con la madre appariscente grande padrona di casa, senza relazioni stabili, inquieta, impasticcata. Ambedue hanno un condiviso rapporto disinibito col sesso: una scena altamente erotica le mostra eccitarsi e masturbarsi contemporaneamente sul letto di una delle due mentre la maggiore conduce il gioco svolgendo una fantasia ad alta voce carica di tensione. Incentrato sui corpi esteticamente perfetti e complementari delle due attrici (Martina Gusman e Bérénice Bejo), fotografate in mutande e magliettina notturne o in shorts e t-shirt scollata, srotolano incastri morbosi tra di loro, perpetuati da anni. Il gioco si fa arduo quando entra in campo la madre con tutte le ipocrisie e le complicanze di un matrimonio troppo duraturo e di una gravidanza non desiderata. I colpi di scena si concatenano imprevedibili e molteplici, in una catena umana, in parte perversa in parte menzognera, attraverso la quale tutti i protagonisti scherzano col fuoco. I ruoli maschili sono funzionali al piacere, alla procreazione, al realizzarsi del desiderio: le sorelle li usano a proprio piacimento, li tirano ognuna dalla sua parte come elastici, ne godono senza riuscire ad amarli veramente. Più di ogni altra cosa conta il loro legame profondissimo, disfunzionale, morboso, che le renderà per scelta comune, alla fine della storia, assolutamente autonome. La concatenazione degli eventi, piena di sentimento filiale, di rimorso, di bugie, di dissapori, di tradimenti ricorda, allo spettatore italiano, le trame dei film di Muccino: una ironia latina, mista a una sensualità libera e ipertrofica, stempera la possibile superficialità un po’ banale nel quale rischierebbe di cadere una storia del genere. Fondamentalmente un film contro la famiglia, che è cosa rara.


CAST & CREDITS

(La quietud); Regia: Pablo Trapero; sceneggiatura: Pablo Trapero; fotografia: Diego Dussulel; montaggio: Alejandro Brodersohn, Pablo Trapero; musica: Papamusic; interpreti: Martina Gusman, Bérénice Bejo, Graciela Borges, Edgard Ramirez, Joachim Furriél ; produzione: Matanza Cine, Telefe; origine: Argentina, 2018; durata: 117’


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