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Leones

Pubblicato il 3 settembre 2012 da Annalaura Imperiali


Leones

Persi, in senso sia fisico che metafisico, nel folto di una foresta in territorio argentino, cinque ragazzi sulla soglia dei vent’anni si muovono in cerca di qualcosa.

Tra fronde sempreverdi, giochi di parole dalla valenza fortemente ambigua e sguardi, meccanici e umani, lenti e frammentati, i “Leoni” in cerca della propria dimensione adulta vivono un’esperienza semi-onirica condividendo gli uni con gli altri la curiosità di crescere attraverso il sesso, non necessariamente portato a compimento con l’atto erotico, e attraverso i sogni verso quegli spazi infiniti e quelle domande esistenziali che caratterizzano ogni adolescente alle prese con il cambiamento di sé e del mondo circostante.

Isa è una ragazza angelica; tutto quello che le dà visivamente un pizzico di maturità è un piercing al naso messo lì quasi per errore. Sofia, dall’aria un po’ più grande ed esperta di Isa, è comunque una giovanissima donna non ancora in grado di scindere “tra Amore e Bene”. I tre ragazzi al seguito, Niki, Felix e Arturo si contraddistinguono il primo per la passione verso i rompicapo verbali senza i quali sembra non ci sia possibilità di esprimersi, il secondo per l’attrazione fisico-emotiva verso Sofia e il terzo, fratello di quest’ultima, per la progressiva scoperta della propria virilità attraverso una pistola, simbolo fallico, il cui uso richiama chiaramente il desiderio di imparare a gestire la propria sfera sessuale ormai attiva.

Senza né capo né coda, letteralmente parlando, Leones vive di ambienti naturali sicuramente belli ma tanto approfonditi da risultare noiosi.

Un richiamo ad Antonioni, forse non del tutto casuale, caratterizza una delle poche scene veramente degne di interesse mediante la riproposizione di un immaginario gioco a pallavolo nel mezzo dei soli rumori della natura. Così come nella scena finale di Blow Up i mimi fingono di giocare a tennis e il protagonista, Thomas, guarda il loro spettacolo mostrandosi parte integrante dell’artistica menzogna, allo stesso modo i cinque Leoni nella foresta intessono un interessante gioco che presuppone complicità e feeling nella comune ricerca di un perché lontano da raggiungere.

Prima opera cinematografica di Jazmin Lòpez, Leones si propone come esempio di sperimentazione cinematografica agli esordi piuttosto che come film dal messaggio potente che si fa seguire in ogni sua parte.

Noioso e ridondante nel complesso, per quanto curato nei minimi dettagli emotivi, Leones non gode di lunga vita a causa dell’assenza di potere d’immagine e di contenuto fondamentali per un prodotto audiovisivo che voglia dirsi di successo.


CAST & CREDITS

(Leones) Regia: Jazmin Lòpez; soggetto e sceneggiatura: Jazmin Lòpez; fotografia: XXX; montaggio: Jazmin Lòpez, Benjamin Domenech; musica: Julia Huberman; costumi: Barbi Arcuschin; interpreti: Julia Volpato (Isa), Pablo Sigal (Arturo), Macarena del Corro (Sofia), Diego Veghezzi (Felix), Tomàs Mackinlay (Niki); produzione: Benjamin Domenech, Santiago Gallelli; origine: Argentina, 2012; durata: 80’; web info: http://mediabiennale.webforma.it/do....


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