X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Venezia 75 - Les estivans - Fuori Concorso

Pubblicato il 5 settembre 2018 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Venezia 75 - Les estivans - Fuori Concorso

Prime scene: un bistrot parigino, la protagonista col suo fidanzato e un altro uomo. Stanno per andare a un importante appuntamento di lavoro. Il fidanzato, Luca (Riccardo Scamarcio), le dice che non andrà con lei in vacanza in Costa Azzurra nella grande villa dei suoi genitori. La donna è dispiaciuta, tentenna, balbetta drammaticamente un paio di frasi poco convincenti. L’altro uomo, il produttore, la incita non fare tardi. Le contesta l’abbigliamento, troppo sontuoso, poco adatto per incontrare finanziatori del loro progetto cinematografico “sembri troppo ricca”. La protagonista sbuffando apre la valigia che ha con sé per partire in vacanza e indossa, sopra il raffinato vestito colorato, una felpa turchese, parte di sopra di una tuta da ginnastica. “Va bene così?” zittisce il produttore che si allontana a prendere un caffè lasciando la coppia possa chiarirsi. Il fidanzato confessa: “ho incontrato un’altra”. “Vuoi lasciarmi?”. Lui torna sui suoi passi, dichiara che la raggiungerà più avanti, per vedere la figlia. Si salutano come se niente fosse. All’incontro di lavoro, davanti a una tavolata di persone che devono decidere se stanziare dei fondi per produrre il suo film la donna scoppia in lacrime davanti allo stupore degli astanti. Così si apre il terzo film da regista di Valeria Bruni Tedeschi. La materia in cui pesca è sempre la stessa, come dichiara palesemente in molti scambi di battute con la madre (Marisa Borini): affari privati, nostalgia, lutti, separazioni. Sul nero dopo i titoli di testa appare una sentenza di Botho Strauss (drammaturgo e scrittore tedesco) che, in sintesi, annette il divorzio tra le sciagure peggiori della vita di un uomo. La storia intima, il sapore dell’autobiografia ridicolizzata e messa al bando, la famiglia come luogo di contraddizioni, di rivalità, di bugie e verità. La sorella, interpretata da Valeria Golino, perennemente attaccata alla bottiglia, è sposata con uno sgradevole uomo di potere, ora fallito (interpretato da Pierre Arditi). Il film è diviso in tre atti e un epilogo dentro i quali si svolgono le vicende dei padroni di casa - ricchi, svogliati, creativi - e dei domestici - fedeli servitori da cinquant’anni - che rivendicano orari e compensi differenti (senza mai venire ascoltati), capaci di impulsi e spinte libertarie, a volte maggiori dei loro datori di lavoro. Ci troviamo nel cinema nel cinema, attraverso una acrobazia mortale in cui il film che dovrà fare la protagonista parla della morte di suo fratello e di altre separazioni personali: mentre nella realtà sta scrivendo questo film, accadono una serie di eventi sfortunati che modificano le sorti del copione stesso. La madre anziana ma ancora in forma, elegante pianista dal tocco ancora lieve, piange un doppio lutto: il figlio morto di AIDS due anni prima e la sua migliore amica Anastasia, di cui dovranno gettare le ceneri nel mare, insieme al vedovo Bruno a cui l’anziana donna parla di una sua riflessione riguardante i baci che non avrà mai che si conclude con chiedere all’uomo un bacio, forse per riunirsi con lei. Ironia, una intelligente scrittura mimetica, tagliente con l’alta società e lucida nel tessere le relazioni tra esseri umani, tra sorelle, tra madre e figlia, tra moglie e marito, tra classi sociali. Belle figure collaterali, tra cui la zia novantenne con la badante, il segretario particolare del potente, lecca piedi saccente e ottuso, la sceneggiatrice madre single bisognosa d’amore e comunista e il fantasma del fratello che appare magicamente a più personaggi, le due sorelle, l’attore che dovrà interpretarlo. Ricorda vagamente “Sorrisi di una notte d’estate”di Bergman, un certo cinema di Renoir, la comédie humaine balzacchiana. Spiritoso, raffinato, caustico ritratto di famiglia in un interno-esterno estivo.


CAST & CREDITS

(Les estivants); Regia: Valeria Bruni Tedeschi; sceneggiatura: Valeria Bruni Tedeschi, Agnès de Sacy, Noémie Lvovsky; fotografia: Jeanne Lapoirie; montaggio: Anne Weil;interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Riccardo Scamarcio, Bruno Raffaelli, Marisa Borini, Oumy Bruni Garrel, Vincent Perez, Stefano Cassetti, Xavier Beauvois; produzione: Ad Vitam, Ex Nihilo, BiBi Film, Rai Cinema; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia, Italia; durata: 128’


Enregistrer au format PDF