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Lo and behold - Il futuro è oggi

Pubblicato il 6 ottobre 2016 da Monia Manzo
VOTO:


Lo and behold - Il futuro è oggi

Werner Herzog continua a dimostrare di essere una delle menti più eclettiche del cinema mondiale: Lo and behold, Reveries of The connetter world, il suo ultimo lavoro, è un vero e proprio trattato sulla multimedialità del mondo odierno, diviso dal cineasta in 10 capitoli.

Non c’è dubbio che lo scenario emergente da questo documentario sia di vastissima portata e gli USA la fanno da padroni, detenendo la paternità del primo Personal Computer mai esistito. Herzog così passa in rassegna le persone che hanno ideato, gestito, mandato avanti il web oppure chi al contrario lo mette in discussione; racconta di chi è sfuggito alla rete, ma poi riporta anche la testimonianza di alcuni abitanti delle foreste dei monti Appalachi che vivono una sorta di ricovero forzato a causa di una overdose di internet.
Il film è ricco di interviste a tipi strani e geniali, che con disinvoltura parlano di cibernetica, intelligenza artificiale, futuri robot che sostituiranno Messi o Ronaldo in una partita di calcio.
L’avvenimento che però conferisce un taglio di tipo filosofico e morale al film, non parla di come la multimedialità abbia reso il mondo più evoluto, ma al contrario dei rischi che corre l’umanità rispetto alla spropositata forza della rete: la circolazione impropria delle fotografie di una ragazza decapitata a causa di un incidente d’auto, più nello specifico di una teenager alla guida della macchina del padre.
Herzog alterna la genialità dell’evoluzione e della ricerca, all’involuzione dell’uomo, pronto a diffamare o a danneggiare il proprio simile, come se non esistesse nessun tipo di rispetto, ma solo una spasmodica e maniacale onnipotenza mediatica, portatrice di distruzione e disumanizzazione dei rapporti sociali; più che altro si potrebbe definire le conseguenze dell’uso improprio della rete come una sorta di viatico delle devianze umane. Ad esempio la mamma della ragazza vittima definisce internet l’Anticristo.

Herzog compie una raffinata opera di raccolta, attenta a non tralasciare nulla che possa chiudere un cerchio di informazioni costituenti l’attuale realtà/irrealtà del mondo virtuale, sempre più alle prese con dei modelli che, pur spingendo al progresso tecnologico, sottraggono all’umanità la capacità di discernimento della natura del nostro essere persone. Il regista tedesco sembra infatti voler far riferimento proprio alla base più filosofica della sua cultura d’appartenenza, laddove l’idea e l’individuo non sono mai state scisse.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Lo and behold, Reveries of The connected world.) Regia: Werner Herzog; sceneggiatura: Werner Herzog; fotografia: ; montaggio: ; musica: (David Byrne), (Mark De Gli Antoni) ; interpreti: (Kevin Mitnik), (Werner Herzog), (Lucianne Walkowicz), (Marco Capalbo); origine: USA; durata:98 min


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