X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Malarazza - Una storia di periferia

Pubblicato il 10 novembre 2017 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Malarazza - Una storia di periferia

"È da una vita che faccio questa vita Senza sapere se domani andrà Anche se è vero che non è finita Sono una farfalla che non sa volare…"
(Da una canzone del film)

Raccontare la realtá non é mai impresa facile, soprattutto se su un regista esordiente si impegna nel narrare una storia brutale e viscerale, germogliata nella periferia siciliana avvelenata dalla violenza e dalla bramosia mafiosa che sembra attecchire ovunque. Malarazza - Una storia di periferia di Giovanni Virgilio pone al centro della vicenda una famiglia ‘di una certa importanza’ per l’ambiente malavitoso della periferia catanese: Tommaso Malarazza (David Coco) é un boss quasi del tutto uscito dal giro, che racimola denaro e rispetto solo grazie al cognome che porta fiero, un’ereditá lasciatagli dal padre Tonino, rispettato e temuto boss ormai scomparso; sua moglie Rosaria (Stella Egitto) e il figlio Tonino (Antonio Frasca Spada) sono vittime delle angherie dell’uomo, frustrato e senza piú uno scopo nella vita. E proprio questo sistema marcio finirá col mettere in pericolo i due e il fratello transgender di Rosaria, Franco (Paolo Briguglia), che, come se non bastasse, intrattiene da tempo un’ambigua e segreta relazione amorosa con il nuovo boss Pietro ‘U Porcu’ (Cosimo Coltraro).

Virgilio da vita a una storia dall’intreccio abbastanza lineare, diretta con attenzione certosina, seppure a tratti in maniera eccessivamente essenziale. L’autore sembra conoscere molto bene gli ambienti in cui i protagonisti soffrovo e (soprav)vivono, rinunciando a una messa in scena spavalda e ricercata, per lasciar spazio a una narrazione lucida, anche se a tratti sterile perché priva di quell’attenzione necessaria per indagare bene a fondo nell’animo dei protagonisti. Al termine della visione di Malarazza - Una storia di periferia, si coglie quel senso di superficialitá di trattamento dei protagonisti non dovuto dall’incapacitá di correlarli tra loro in funzione degli eventi trattati, ma per la scelta di voler portare all’attenzione dello spettatore tutti in un sol colpo diversi temi bisognosi di essere approfonditi: Malarazza - Una storia di periferia nasce come un film che mostra le difficoltá di una ‘madre coraggio’ che tenta di difendere suo figlio dai soprusi di un sistema marcio, per poi focalizzarsi di getto sul rapporto padre-figlio, con le dovute attenzioni al profilo ereditario di un nome (quello, appunto dei Malarazza) troppo gravoso da sobbarcarsi, deviando successivamente l’attenzione sulla nascita delle nuove generazioni di aspiranti malavitosi (tra cui prenderá parte anche Tonino).

Cosí si avverte l’impressione che Virgilio abbia preparato una gran quantitá di spunti e idee, tentando di incastrarle con attenzione tutte insieme, tutte in una volta: al regista va certo dato merito di aver composto un mosaico nero che racconta con cura una storia drammatica (proprio perché reale), ma non con la dovuta attenzione ai dettagli, all’introspezione dei personaggi (eccessivamente stereotipati, mentre risplende di luce propria solo il transgender Franco) o abbandonati un tantino a loro stessi (Rosaria, da perno centrale della narrazione, di colpo svanisce, permettendo un frettoloso cambio di punto di vista, per riapparire poi sul tragico finale).

Non si puó parlare di Malarazza - Una storia di periferia come un’occasione persa, ma piuttosto come un tentativo mezzo riuscito. Mezzo per colpa di inesperienza e di una certa fretta nel voler trattare molti argomenti sí collegati tra loro, ma che meriterebbero ciascuno una visione piú profonda e, perché no, lontana dai cliché di genere. Nota di merito per la colonna sonora, dominata da strofe rappate incentrate sulla difficoltá di vivere in queste zone di periferia (pregevole, in questo senso, l’incipit del film).

Virgilio ha espresso il suo desiderio di voler trasformare Malarazza di una serie tv in stile Gomorra. Probabilmente in questa accezione l’intero sviluppo potrebbe essere valorizzato e vantare un maggior respiro, ma c’é comunque molto lavoro da fare. Chissá...


CAST & CREDITS

(Malarazza - Una storia di periferia); Regia: Giovanni Virgiliio; sceneggiatura: Giovanni Virgilio, Luca Arcidiacono; fotografia: Giovanni Mammolotti; montaggio: Luca Carrera; musica: Giuliano Fondacaro; interpreti: Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco, Cosimo Coltraro, Antonino Frasca Spada; produzione: Movie Side; distribuzione: Mariposa Cinematografica; origine: Italia, 2017; durata: 94’


Enregistrer au format PDF