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Maraviglioso Boccaccio

Pubblicato il 1 marzo 2015 da Annalaura Imperiali
VOTO:


Maraviglioso Boccaccio

Leggendo le recensioni e i pareri della critica in merito all’ultimo film dei fratelli Taviani (premiati dopo il successo trionfale di Cesare deve morire con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino del 2012) si evince il piacere con cui questa attesissima rielaborazione del Decamerone di Boccaccio sia stata recepita dal pubblico presente all’anteprima cinematografica di Roma, svoltasi lo scorso giovedì sera presso la casa del cinema di Villa Borghese. Una riproposizione della peste trecentesca in chiave odierna, un inno alla gioventù che si rende irresistibile protagonista, in tutte le salse, dell’attuale prodotto cinematografico dei fratelli Taviani. Così si è detto, sicuramente. Ma bisogna valutare con attenzione anche l’altro lato della medaglia.

Lo sfondo della vicenda è quello della Firenze del XIV secolo colpita dalla peste che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e a impiegare il proprio tempo raccontandosi delle brevi storie: novelle, come si amavano definire al tempo. Drammatici o arguti, erotici o grotteschi, tutti questi racconti hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. E sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca, anche grazie ad un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei maggiori attori italiani contemporanei - Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Carolina Crescentini, Paola Cortellesi - e che fa sentire più forte e più appagante esteticamente il desiderio platonico e/o carnale rivisitato in tutte le chiavi dai due grandi registi italiani, fratelli nell’arte come nella vita.

Il tema trattato è ostico nella misura in cui riproporre Boccaccio, in qualsiasi forma e in qualsiasi epoca, crea un problema di eterna aspirazione alla grandezza che racchiude pur sempre, come conseguenza, la sensazione di essere infinitamente piccoli di fronte all’infinitamente grande. La recitazione italiana, come confermano tanti dei registi nostrani anche di un certo spessore (Gabriele Muccino in primis) dopo aver fatto l’esperienza da director all’estero, è studiata nei minimi dettagli visivi e sonori da sembrare rigida, eccessivamente impostata e sicuramente poco naturale di fronte all’occhio meccanico della macchina da presa nonché a quello naturale degli spettatori in sala. I grandi attori del film, pur essendo grandi, recitano come se fossero chiusi nel proprio palcoscenico e non aperti alla trasmissione dei sentimenti che fanno parte della vita vera.

Di contro ci sono tre aspetti del film, tanto differenti quanto interessanti, che meritano nota: da un lato le musiche, riprese perlopiù dal grande repertorio classico (troneggiano, infatti, Verdi e Puccini) che trionfano nella loro forza motrice tuonante e agghiacciante al tempo stesso; dall’altro i luoghi in cui è girato Maraviglioso Boccaccio, in parte in Toscana e in parte nel Lazio, a cavallo tra il Castello di Spedaletto, Torre Tarugi a Pienza e Villa La Sfacciata a Firenze. Si tratta di location specchio di un’Italia meravigliosa, come recita anche il titolo del film, la cui immagine appare agli occhi del mondo intero come gremita d’arte e di paesaggi mozzafiato. Infine la volontà registica, sicuramente almeno in parte ripresa dallo stesso maestro dell’opera fiorentina, di far raccontare alle donne le novelle più tristi e cupe e agli uomini quelle più sfiziose e divertenti. In tal modo si calca l’accento, come si fa dalla notte dei tempi, sulla tanto stereotipata quanto giusta differenziazione dei sessi e delle caratterizzazioni proprie di ognuno di essi.

Dichiarano i due registi toscani: “raccontiamo questa storia, anzi, queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida; ai colori cupi della peste – ieri come oggi, la peste, in varie forme, è dappertutto – [bisogna] contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia”.

La peste di oggi, che si aggira dietro i nostri angoli attraverso le violenze delle guerre non più combattute dagli uomini corpo a corpo, ma semmai dalla codardia degli attentati senza volto e senza nome, è un tema urgente ed attuale. Maraviglioso Boccaccio, però, lo rende troppo pesante dal punto di vista recitativo dando l’impressione che forse gli si sarebbe addetta di più la semiotica teatrale rispetto a quella cinematografica.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Maraviglioso Boccaccio); Regia: Paolo & Vittorio Taviani; Soggetto: Giovanni Boccaccio; Sceneggiatura: Paolo & Vittorio Taviani; Fotografia: Simone Zampagni; Montaggio: Roberto Perpignani; Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia (Edizioni musicali Ala Bianca Publishing); Scenografia: Emita Frigato; Costumi: Lina Nerli Taviani; Interpreti: Lello Arena (Duca Tancredi), Paola Cortellesi (Badessa Usibalda), Carolina Crescentini (Isabetta), Vittoria Puccini (Catalina), Kim Rossi Stuart (Calandrino), ecc.; Produzione: Stemal Entertainment, Cinemaundici, Barbary Films; Distribuzione: Teodora Film; Origine: Italia, 2015; Durata: 120’; Webinfo: http://www.imdb.com/title/tt3596952/; Proposta di voto: 2,5 stelle su 5


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