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Matrimoni e altri disastri

Pubblicato il 25 aprile 2010 da Simone Isola


Matrimoni e altri disastri

Commedia brillante. Un nobile genere che il cinema italiano negli ultimi anni ha raramente affrontato, preferendo la risata di grana rossa alla sottile alchimia di elementi drammatici e umoristici, dove scrittura e recitazione sono “sofisticate”. Dopo gli esordi a cavallo del nuovo millennio (Autunno,1999 e Inverno, 2002), Nina Di Majo torna alla regia con Matrimoni e altri disastri, alla ricerca del tocco lieve e carico di humor della commedia. Ha impiegato un bel po’ per scegliere una diversa maniera di orientare il proprio raggio d’azione, ispirandosi alla commedia degli anni Cinquanta e Sessanta e soprattutto ai modelli britannici dei film pre-matrimoniali. Sì perché l’oggetto d’indagine non è solo la borghesia radical-chic, con i suoi tic, le sue nevrosi incomunicabili, ma anche i neo-arricchiti, gruppi che spesso entrano a contatto proprio nella preparazione di un evento come il matrimonio.

Ci troviamo a Firenze, dove la cinquantenne e single Nanà (Margherita Buy), primogenita di una ricca famiglia fiorentina, gestisce una piccola libreria senza badare ai conti. Non è stata fortunata con gli uomini, la sua lunga storia d’amore si è conclusa con la presa dei voti del partner. E’ sessualmente insoddisfatta, nevrotica e sempre pronta a cacciarsi nei guai. Insomma, una Bridget Jones all’italiana, meno giovane e più ricca, di una goffaggine che genera attrazione e empatia. Ora viene chiamata ad organizzare il matrimonio di sua sorella con il futuro cognato Alessandro (Fabio Volo), un uomo molto diverso da lei, rozzo e incolto, ma dotato di una carica emotiva superiore che conquista tutta la famiglia. E’ probabilmente leghista, schietto, diretto, un filo razzista, ignorante ma orgoglioso e più veloce a imporsi sulle difficoltà della vita. Non “perde” tempo con la cultura. Siamo di fronte a due Italie: la prima colta e apparentemente civile, ma poco pratica e infelice; la seconda più di pancia ma priva di dubbi, forse perché non ha avuto tempo per porseli. Il loro rapporto è il motore del film, in un crescendo di diffidente, giochi, e la reciproca fascinazione che lentamente prende corpo. La nostra attenzione è per la protagonista, che si agita, compie gaffes, si muove sprezzante in situazioni apparentemente lontane da lei. Alessandro si diverte a colpirla chiedendo se è poi vero che “non tromba da anni” oppure che è “una specie di suora laica”. Mai abbiamo visto la Buy così a briglia sciolta, a cimentarsi in situazione al limite della slapstick comedy.

Pur non sempre assistiti da dialoghi all’altezza, i due protagonisti funzionano, forse perché anche nella realtà hanno due modi molto diversi di vivere la loro professione. Se Fabio Volo continua a definirsi un "non-attore”, segnando così un approccio "provvisorio" all’arte cinematografica, la Buy è l’attrice italiana per eccellenza, simbolo del professionismo nella recitazione. Se dunque c’è un buon feeling tra gli attori, anche nei contributi della Inaudi e della Littizzetto, il film mostra un po’ la corda proprio nella scrittura, che inseguendo la semplicità incappa spesso in dialoghi semplicistici e passaggi densi di luoghi comuni. Il film ha un avvio molto brioso, carico di gag e con una regia frizzante; felice è la scelta di partire proprio dall’evento conclusivo della storia, il matrimonio, per poi ripercorrere le azioni che hanno portato alla cerimonia. Ne viene fuori una struttura circolare nella quale di volta in volta si inseriscono i vari personaggi che ruotano intorno alla protagonista. Peccato che nel tempo il film perda ritmo e si ritrovi a girare un po’ a vuoto, specie nell’ultima mezz’ora. Tutto si orienta inesorabilmente verso la data del matrimonio; ma il film scansa il tradizionale lieto fine e ci sorprende.

Ci resta un racconto sincero, consapevole della sua leggerezza. I diversi punti di vista hanno eguale spazio, non ci sono moralismi e divisioni manichee tra buoni e cattivi. Punti a favore sono senz’altro lo sguardo neutro sui personaggi, così come la mancanza di quel “giudizio di fondo” che spesso inquina molte commedie nostrane.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Matrimoni e altri disastri); Regia: Nina Di Majo. sceneggiatura: Francesco Bruni, Nina di Majo, Antonio Leotti; fotografia: Cesare Accetta; montaggio: Giogiò Franchini; musica: Carlo Crivelli; interpreti: Margherita Buy (Nanà), Fabio Volo (Alessandro), Luciana Littizzetto (Benedetta), Francesca Inaudi (Beatrice). produzione: Beppe Caschetto. Una co-produzione RAI CINEMA, ITCMOVIE. origine: Italia, 2010; durata: 102’; Sito ufficiale: http://matrimoniealtridisastri.msn.it/


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