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Mother of Rock: Lillian Roxon

Pubblicato il 22 febbraio 2012 da Donato Guida
VOTO:


Mother of Rock: Lillian Roxon

Probabilmente nemmeno il più grande esperto di musica rock, nemmeno il più fanatico, può dire di conoscere il Rock’n’Roll così come l’ha conosciuto Lillian Roxon. Altrettanto probabilmente non uno tra i più grandi musicisti o cantanti rock può dire di essersi affiancato a questo genere musicale così come ha fatto Lillian Roxon. Da John Lennon a Iggy Pop, da Jim Morrison a Lou Reed, passando per Bob Dylan, Rolling Stones, The Who e David Bowie, nessuno ha incarnato lo spirito rock così come ha fatto Lillian Roxon, rocker per passione.
Qui stiamo parlando della più grande esperta in materia, chi ha vissuto fianco a fianco con la rivoluzione musicale e culturale, respirandone l’amore, l’odio, la violenza e la passione; Lillian Roxon è la vera madre del Rock’n’Roll, la donna che non ha solo preso parte allo sviluppo di uno dei più grandi movimenti musicali di sempre, ma lo ha addirittura condotto verso una meta che, a quei tempi, forse nessuno credeva raggiungibile: uno stile di vita che non ha nulla a che vedere con la moda passeggera.
Mother of Rock: Lillian Roxon è un documentario affascinante e spiazzante, zeppo di materiale di repertorio e inedito che apre un’ulteriore porta su di un mondo affascinante, amato ed odiato allo stesso tempo; una porta che viene aperta dalla stessa Roxon, troppo facilmente dimenticata ed offuscata dalla luce di stelle più grandi, quei musicisti rock con i quali è vissuta a stretto contatto fino alla sua morte, avvenuta nel 1973. Le sue mani non stringevano strumenti, la sua voce non era forte, sgraziata e dolente come quella di Janis Joplin e la sua vita non era eccessiva come quella di Jim Morrison, eppure la Roxon ha ricevuto tanto da questi artisti, dando loro altrettanto.
Famosa per la sua minuziosa Enciclopedia Rock, la scrittrice e giornalista australiana ha dato un fondamentale contributo all’affermarsi di questo movimento musicale, in un periodo (gli anni ’60 e ’70, appunto) durante il quale questo genere, amato dai giovani ed usato come scudo e lancia della sana ribellione contro una società guerrafondaia, veniva attaccato da larghi strati della società stessa, che lo considerava la "musica del Diavolo".
Per fortuna la Roxon è andata ben oltre le apparenze, e se oggi questo tipo di musica è definitivamente affermato lo si deve anche a lei; una donna che ha estrapolato il rock dall’idea di “etichetta” e l’ha inteso e fatto intendere come vero e proprio modus vivendi. Un’idea quasi warholiana (non a caso, anche questo un personaggio con il quale la Roxon ha vissuto a stretto contatto).
Del documentario di Clarke, come detto, oltre le affascinanti immagini esclusive e di repertorio, restano le belle interviste a chi quel periodo l’ha vissuto pienamente (giornalisti e amici della Roxon) e chi continua tuttora a viverlo (musicisti come, per citarne uno dei tanti intervistati, Iggy Pop).
Il consiglio è di recuperare e vedere al più presto quest’opera: un consiglio sia per gli amanti del rock sia per gli amanti del buon cinema; e, andando oltre, anche un consiglio ai non amanti di entrambe le cose: probabilmente, vedendo questo documentario, si potrebbe cominciare a cambiare strada.


CAST & CREDITS

(Mother of Rock: Lillian Roxon) Regia: Paul Clarke; sceneggiatura: Paul Clarke; fotografia: Helen Barow; montaggio: Mark Middis; interpreti: Iggy Pop, Alice Cooper, Derryn Hinch; produzione: Lowlands Media; distribuzione: SBS Content Sales; origine: Australia; durata: 74’.


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