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Mysterious Skin

Pubblicato il 25 settembre 2004 da Mazzino Montinari


Mysterious Skin

Il volto nero dell’America.A mostrarcelo è stato Gregg Araki (The Doom Generation) con Mysterious Skin. Non era un compito semplice quello del regista americano. L’indubbio talento visionario di Araki, visto il tema delicato della pedofilia, poteva cadere nella trappola del racconto morale o, peggio ancora, della storia a fini educativi. E invece Araki è riuscito a dirigere con mano ferma senza fronzoli e senza la pretesa di giudicare. Ha semplicemente raccontato, lasciando i protagonisti della storia al loro destino e noi del pubblico in una precaria condizione d’equilibrio, come se fossimo su un filo senza avere una rete di protezione. Con Mysterious Skin si entra nei meandri di una storia disorientante che divide la mente tra il desiderio del bene e il potere invisibile ma avvolgente del male. Il film mostra due percorsi esistenziali paralleli ma al tempo stesso inseriti in una trama circolare. Si inizia e si termina nello stesso punto. A fare la differenza sono le conseguenze di una comune esperienza traumatica e la diversa crescita. In altre parole, Mysterious Skin è due film in uno, due romanzi di formazione in uno. Brian e Neil hanno subito abusi sessuali all’età di otto anni dal loro allenatore di baseball. Brian dimentica tutto e crede che in quelle ore perse dalla sua memoria sia stato vittima di un rapimento degli alieni. Neil invece ha un’attrazione fatale. Inizia con quel rapporto carnale la sua voglia inesauribile di sesso. Con Brian viviamo il dramma dell’oblio della memoria, osserviamo impotenti il potere della mente di rimuovere l’inaccettabile, di cancellare l’esistente per sostituirlo con qualcosa di misterioso e perciò quasi avvincente. Con Neil siamo trasportati nella ancor più complessa relazione tra corpo e psiche. La paura di ciò che si è vissuto viene obliata ma in questo caso con la ripetizione di orgasmi. I due ragazzi crescono. E crescono anche i demoni che abitano stabilmente nelle loro anime. Araki smonta la relazione di comodo tra causa e effetto, non concede ai due protagonisti facili vie di fuga, non pone di fronte a loro l’attimo della riappacificazione e della redenzione. Brian e Neil dovranno guardarsi dentro affrontando il male e sapendo che qualsiasi sforzo faranno non potranno mai pareggiare i conti con la vita. La verità non concede riscatti.

[settembre 04]

Regia: Gregg Araki; Sceneggiatura: Gregg Araki (tratto dal romanzo di Scott Heim); Fotografia: Steve Gainer; Scenografia: Devorah Herbert; Montaggio: Gregg Araki; Musica: Harold Budd, Robin Guthri; Interpreti: Joseph Gordon-Levitt, Brady Corbett, Michelle Trachtenberg, Bill Sege, Elisabeth Shue; Produzione: Antidote Films, Desperate Pictures; Origine: USA 2004; Durata: 99’

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