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NEPAL FOREVER

Pubblicato il 19 novembre 2013 da Monia Manzo


NEPAL FOREVER

Sin dalle primissime scene ci si chiede se il film non voglia essere una totale parodia del comunismo attuale sopravvissuto nell’ex URSS e invece si scopre che in realtà è tutto incredibilmente vero: i due politici comunisti russi sono membri del consiglio comunale di San Pietroburgo, uomini che si sono adattati in tutto ai tempi, ma restano comunque dei convinti leninisti. Per uno strano caso, la loro indefessa attività politica comincia ad espandersi ben oltre i confini della natia San Pietroburgo e della Federazione Russa. Il futuro del comunismo internazionale resta poco chiaro, mentre ciò che sembra sempre più palese è la paradossale realtà nel mondo moderno.

I protagonisti di Nepal Forever di Aliona Paulonina sono veri esponenti del partito di San Pietroburgo e della Regione di Leningrado (CSPLR), noti per le loro azioni provocatorie: in particolare, per aver dipinto l’immagine di Stalin su un’icona e aver protestato contro la mostra Fox Stoned a San Pietroburgo, trasformando gli ideali comunisti una volta incrollabili in una farsa teatrale.

Il viaggio in Nepal del leader del CSPLR assieme al suo adepto e assistente, si trasforma da semplice visita di piacere in una vera e propria missione politica: oltre a ad incontrarsi con i vari capi dei partiti comunisti locali, avranno modo di recarsi nell’ambasciata della Corea del Nord per manifestare il loro cordoglio, dopo aver appreso della morte del leader coreano.

La caratteristica che colpisce immediatamente in questi due personaggi è l’apparente leggerezza con cui sembrano compiere qualsiasi gesto, in verità il loro è solo un atteggiamento che sembra voler coscientemente apparire tale, come se fosse loro intenzione cancellare un fardello del passato politico che grava eccessivamente sulle loro spalle di uomini del nostro tempo, intrappolati tra la tradizione e la nuova potentissima Russia capitalista. La regista riesce a rendere questo dualismo grazie a delle scene molto suggestive che si avvalgono di inquadrature fisse e di primi piani che scrutano i pensieri dei due uomini, simbolo dell’ingombrante passato nel mondo contemporaneo e dell’impossibilità del presente di esistere senza la storia.

L’elemento che attrae, confonde e diverte di più lo spettatore, è la tragicommedia scaturita dalla ricerca di identità e continuità politica, nonché la forzata e obbligata ritualità di molte azioni dei protagonisti, tipica di quelle culture che hanno rivestito la politica di sacralità, soprattutto quando ciò che rimane è un forma priva della sostanza ormai svanita.

Il documentario della Polunina si avvicina molto, proprio per i motivi suddetti, al film di finzione: sarà un segno di cambiamento di genere per i lavori che ritraggono la realtà politica russa o un semplice caso? Aspetteremo che sia il tempo e i film futuri a decidere, nel frattempo ci riteniamo soddisfatti di aver acquisito dati del reale attraverso un "docu-comedy".


CAST & CREDITS

(NEPAL FOREVER) regia,sceneggiatura e montaggio: Aliona Polunina; fotografia: Dmitry Rakov; produzione: Non-Stop Productions, The 013 Studio; origine: Russia; durata:90 minuti.



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