NICOTINA

Nicotina (brutto titolo internazionale a sostituire il ben più suggestivo Cigarros, desamores, y 20 diamantes) è una commedia nera la cui struttura narrativa ad incastro è tutta poggiata sulla logica dell’“effetto farfalla” magnificato dalla fisica contemporanea e reso celebre, da un punto di vista più modestamente cinematografico, da tante commedie slapstick. Insomma, per dirla in breve, quella che abbiamo di fronte è una ben congegnata catena di eventi che prendono il via da un piccolo, insignificante incidente (lo scambio di un cd) e vanno via via gonfiandosi in quello che potrebbe apparire un vero e proprio crescendo rossiniano. Da questo punto di vista quello che conta, in un’operazione di tale natura, è solo la coerenza interna del meccanismo narrativo, la precisione “wilcoyetesca” (se ci si passa il neologismo) con cui i vari accidenti si susseguono e si incatenano l’uno all’altro. Invano cercheremo, quindi, tra le pieghe del film, motivi per un reale approfondimento psicologico dei vari personaggi, perché questi devono funzionare solo come caratteri e come precisi ingranaggi dell’apparato narrativo. Essi sono “tipi” e “attanti” perfettamente calati all’interno della struttura narrativa e non certo figure che possono rimandare, nella loro concretezza iconica, al mondo delle persone vere e delle storie quotidiane. Fatta questa necessaria premessa, possiamo tranquillamente affermare che Nicotina è un’opera piuttosto riuscita perché riesce a proporsi/imporsi allo spettatore come simpatica galleria di situazioni e personaggi restituiti sullo schermo mediante un sapiente senso del ritmo ed una giusta propensione al grottesco (che per certi aspetti potrebbe essere avvicinata a certo Jarmush). Al di là della precisione con cui vengono messi in relazione i vari eventi (tutti orbitanti intorno alla ricerca di venti diamanti perduti dalla mafia russa mentre i vari personaggi non fanno altro che discutere sugli effetti deleteri della nicotina per poi morire nei modi più improbabili e quasi mai connessi al consumo del tabacco), si fa strada, lentamente ma inesorabilmente, anche una precisa carica dissacratoria che decostruisce tutti i miti del nostro mondo sociale. Il regista lancia, per esempio, non pochi strali sull’istituzione familiare mettendo in scena due coppie più o meno legittime (quella di farmacisti e quella di barbieri) la cui convivenza è, fin dall’inizio, tutt’altro che pacifica e scopre, con tratto felice, la mostruosità che si annida dietro la loro (e nostra) facciata borghese. Anche il tratteggio delle figure dei malviventi, pur se sostanziato dalla grana grossa della caricatura, riesce a farsi veicolo di una riflessione non banale sul senso della legalità trovando in Lolo (pirata informatico capace di usare le sue competenze per spiare gli illeciti traffici sessuali della vicina di cui è predutamente innamorato) una perfetta sintesi del malessere quotidiano dei ragazzi di oggi incapaci a dichiarare il proprio amore e costretti nel solipsimo di una stanza e un computer che si propone, con errata percezione, come una finestra aperta sul mondo. Ma non si tarda a rendersi conti che Nicotina è prima di tutto un abile remixaggio di film, una galleria di situazioni cinematografiche che vanno dall’Hitchcock de La finestra sul cortile al grottesco surreale di Almodovar. Insomma: un pamphlet sulla solitudine, fatto di brandelli di cinema che ci restituisce un’immagine del Messico contemporaneo in parte globalizzato tutt’altro che rassicurante.
(Cigarros, desamores, y 20 diamantes); Regia: Hugo Rodriguez; sceneggiatura: Martin Salinas; fotografia: Marcelo Iaccarino; montaggio: Alberto De Toro; musica: Fernando Corona “Terrestre”; interpreti: Diego Luna, Lucas Crespi, Jesùs Ochoa, Danile Giménez Cacho; produzione: Cacerola films, Altavista films, Videocine, FIDECINE, Arca difusiòn, Cinecolor, Cinema Gòtika, Oberon Cinematogràfica, Programma IBERMEDIA
[luglio 2004]
