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Non solo Voce - trent’anni dalla morte della Callas alla Sala Trevi (23/01), Passioni Nere e Gioco Perverso al Cinema Gnomo (25/01)

Pubblicato il 22 gennaio 2008 da Redazione Close-up


Non solo Voce - trent'anni dalla morte della Callas alla Sala Trevi (23/01), Passioni Nere e Gioco Perverso al Cinema Gnomo (25/01)

Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia
Cinema Trevi
Vicolo del Puttarello 25, Roma
Mercoledì 23 gennaio 2008
Ore 20.30
NON SOLO VOCE
Trent’anni dalla morte di Maria Callas

film doc di Italo Moscati
Produzione Speciali Tg1
1h 10’
(interviene l’autore)

La proiezione del film doc avviene in un’iniziativa dedicata al cinema e alla grande cantante che comprende anche, sempre nel giorno 23 gennaio: alle 18 “Callas Forever” di Franco Zeffirelli (107’- 2002); alle 20 “Backstage di Medea” ( 23’- 1969) e, al termine di “Non solo voce”, “Medea” di Pier Paolo Pasolini (110’-1969).

“Non solo voce” è un racconto- inchiesta sul ricordo della grande soprano Maria Callas, morta il 16 settembre 1977 nella sua casa di Parigi. Sono trascorsi trent’anni da una scomparsa ancora avvolta dal mistero, le circostanze non sono mai state ben chiarite: una fine improvvisa dovuta a un inesorabile malore o un suicidio, come molti giornali continuano a ricordare?
Il film doc di Italo Moscati parte dalla morte della Callas , e in particolare dal lancio delle ceneri della cantante nel Mare Egeo secondo la precisa disposizione della cantante, per riesaminare una biografia sempre colma d’interesse e per cercare oggi il senso dell’esistenza della Callas a tanta distanza di tempo dalla sua scomparsa.
Lo scopo del film doc è quello di tornare con immagini e sonori inediti, o poco conosciuti, su una vita che è stata di gloria e di successi ma anche di illusioni e di delusioni. Fatti e sentimenti che la Callas ha sempre vissuto con grande intensità, facendosi ogni volta coinvolgere nel profondo della sua sensibilità.
Una sensibilità che conquistò tutti e che attraversa la cronaca artistica:le sue famose interpretazioni tra cui “Casta diva” dalla “Norma” e tante altre, dalla “Tosca” a “Traviata”, “Medea”, “Macbeth”, per citarne solo alcune. In collaborazione con i più grandi direttori d’orchestra, Tullio Serafin e Arturo Toscanini, e con uno dei più famosi registi di cinema e di teatro, oltre che di lirica, Luchino Visconti.
Una sensibilità travolta da cronache rose di cui giunge ancora la risonanza. Cronache in un tempo in cui imperversava Elsa Maxwell, la giornalista del gossip e degli scandali mondani. E che coinvolsero la Callas nel momento del suo momento più alto della sua popolarità, quando lasciò il marito italiano Giovan Battista Meneghini, che l’aiutò nel debutto all’Arena di Verona, per una travagliata relazione con l’armatore greco Aristotele Onassis. Un greco come lei (nata a New York in una famiglia di emigranti).
Onassis poi si allontanò bruscamente da lei per unirsi e sposare Jacqueline Kennedy, la vedova del presidente americano, John, ucciso a Dallas. Fu uno choc per la cantante che non seppe reagire. Da quel momento in poi- e fin dentro la seconda parte degli anni Sessanta, gli anni della contestazione giovanile- la Callas si allontanò dalle scene in modo brusco, partecipando soltanto a concerti. L’unica eccezione clamorosa fu il debutto al Covent Garden nel 1964 in “Tosca” diretta da Franco Zeffirelli che riuscì a convincerla al ritorno. Dopo la quale la carriera rallentò e la cantante si rifugiò nella sua casa di Parigi, praticamente ritirandosi.
Il film doc entra ed esce nella vita privata della cantante con l’intenzione di trovare gli inevitabili rapporti fra una prestigiosa carriera e gli affanni, le delusioni, i dolori di una donna dotata di grande talento e fragilissima emotivamente. Sulla Callas, in particolare sul rapporto con Onassis, sono stati scritti numerosi libri e anche qualche anno fa una fiction televisiva. La leggenda continua a suscitare interesse e talvolta un’enfasi sensazionalistica.
Di che leggenda si tratta? Per chiarire vengono proposte testimonianze di chi ha conosciuto la “divina Maria” come le cantanti Giulietta Simionato, Raina Kabaivanska, il tenore Giuseppe Di Stefano, il regista Zeffirelli. Sono riprese le interviste significative, e spesso toccanti, della Callas rilasciate ai cinegiornali e alle televisioni di diversi paesi. Ne risulta una storia della cantante e di un’epoca.
Moscati, nel suo racconto-inchiesta nel ricordo e nell’attualità sul mito Callas, ha selezionato alcuni film e immagini che si sono rifatti alla storia del celebre soprano. Tra i film, “Medea” diretto dal poeta-regista Pier Paolo Pasolini, con cui la Callas intrecciò una profonda amicizia. Ma la voce della indimenticabile soprano si ritrova in altre pellicole di importanti registi da Zeffirelli a Dario Argento e Jonathan Demme; e soprattutto a Federico Fellini, autore di “E la nave va… ” ispirato alla vita della cantante.
Il messaggio della Callas muove emozioni, commuove, perché un umanissimo messaggio d’amore e non solo per la straordinaria bellezza di una voce.

TRIENNALE DI MILANO
Venerdì 25 gennaio 2008
Cinema Gnomo
Via Lanzone 30/A
02.804125

Ore 16
PASSIONI NERE
un film doc di Italo Moscati
prodotto da La Grande Storia di Rai3
(1999- durata: 103’)

Ore 20
GIOCO PERVERSO
tv movie di Italo Moscati
prodotto da Roberto Cicutto per Aura Film,
Mikado, Rai Tv
(1993 - due parti di 90’)

Il film doc “Passioni nere” e il tv movie “Gioco perverso” vengono proiettati all’interno della rassegna “Salò alla sbarra- Vita quotidiana e cinematografica in Italia 1943-1945”, a cura di Fabio Francione, 22-27 gennaio 2008. Il 29 gennaio,martedì, nel Salone d’onore della Triennale proiezioni e dalle 17.30 incontro con Quirino Principe, Giuseppe Ghigi, Piero Spila, Italo Moscati, Maurizio Ponzi, Mimmo Franzinelli, Emilio Pozzi. Sarà presentato il libro “Gioco perverso”, Edizioni Lindau, da cui sono stati tratti il film doc e il tv movie di I. Moscati.
La rassegna è stata allestita in collaborazione con RaiTeche, Istituto Luce, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Mediateca Pasinetti di Venezia, Zari Film, Archivio Lodi Città Film Festival

(Il libro)
Italo Moscati
“GIOCO PERVERSO - La vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, tra Cinecittà e guerra civile”
Edizioni Lindau
Un racconto, una doppia biografia narrativa dedicata a due attori famosi negli anni Trenta e Quaranta, fucilati dai partigiani in una strada di Milano subito dopo la Liberazione. Uscito in una prima versione nel 1993, pubblicato dalla Sperling & Kupfer, il libro è tornato riveduto e ampliato nel febbraio 2007. Secondo l’autore- che ha studiato a fondo sia la storia e la carriera dei due attori, sia la situazione del cinema del periodo mussoliniano-Osvaldo e Luisa riuscirono ad essere nella vita semplicemente e inconsapevolmente gli “attori” che erano stati sullo schermo. Diventarono, e restano, i personaggi principali di un melodramma nero che era iniziato con le musiche e le atmosfere allegre del cinema dei “telefoni bianchi”. Frutto di una approfondita documentazione, la doppia biografia narrativa ha costituito la base per il soggetto e la sceneggiatura del tv movie dallo stesso titolo diretto dallo stesso Moscati.

(Il tv movie)
GIOCO PERVERSO
Soggetto e regia: Italo Moscati
Sceneggiatura: I. Moscati, Piero Maccarinelli, Giuseppe Manfridi
Produzione: Roberto Cicutto per Aura Film e Mikado Film, e Rai-Tv, 1992
Attori: Ida Di Benedetto, Fabio Testi, Adalberto Maria Merli
Fotografia: Mario Vulpiani
Montaggio: Nino Baragli
Musiche: Tito Schipa jr.
Due parti rispettivamente di 90’
Il tv movie, andato in onda l’8 settembre 1993 su RaiDue, ricalca il lavoro di preparazione e il libro di Italo Moscati. La prima parte è un affresco, venato anche di parodistica ironia, di Cinecittà e degli ambienti del cinema nella Roma degli anni Trenta che aveva già allora una “dolce vita” fatta di feste e di cronache non solo rosa, un affresco in cui sembrava molto lontana la tragedia della seconda guerra mondiale con conseguenze gravi, drammatiche, nel cinema e soprattutto al di fuori dagli studi e dei set. Protagonisti di questa Roma sono i divi, tra cui Osvaldo Valenti e Luisa Ferida- che nel film, per libertà narrativa, si chiamano Vittorio e Olga, in un giro di amori veri e segreti, amori che legavano attrici molte note con gerarchi e collaboratori di Mussolini. Lo stile è modellato sulla fiction dell’epoca, ossia a quei film in bilico tra epica e romanticismo, per darne una interpretazione chiara e popolare, capace di comunicare con il pubblico di oggi. La seconda parte descrive la fine dell’Olimpo di Cinecittà, e dintorni, che coincide con l’adesione di Osvaldo-Vittorio e Luisa-Olga alla Repubblica di Salò che pensò di sostituire la Cinecittà romana con un Cinevillaggio a Venezia. Un progetto che fallì e accompagnò a Milano l’ultimo tratto delle coppia famosa che venne accusata di essere complice con un torturatore di partigiani. Dai film epici e dalla commedia dei telefoni bianchi a una tragedia in anni in cui il cinema languiva fino alla rinascita neorealistica con “Roma città aperta” di Roberto Rossellini e con i film di Vittorio De Sica, “Ladri di biciclette” e “Sciuscià”.

(Il film doc)
PASSIONI NERE
Testi e regia: Italo Moscati
Montaggio ed edizione: Roberto Carradori
Una parte di 103’
Produzione: La Grande Storia di Rai3, 1999
Il film doc nasce dall’intento di approfondire un’indagine e un’analisi storica sul cinema e la vita politica dedicata allo spettacolo tra il 1930 e il 1945. L’asse del racconto si sviluppa attraverso un doppio percorso, mostrando l’attività e le scelte del cinema che voleva Hitler e quello che, prima di Hitler, desiderava Mussolini. Da un lato, la propaganda: in Germania i film di Leni Riefensthal o di registi fedeli al regime come Veit Harlan; in Italia, i film di Augusto Genina, Goffredo Alessandrini, Carmine Gallone. Dall’altra, lo spettacolo in competizione con Hollywood, nemica comune: in Germania, le imitazioni dei musical americani; in Italia, le commedie ispirate a quelle “sofisticate” hollywoodiane. In primo piano, sia per l’una, sia per l’altra cinematografia, le storie degli attori più amati e più famose, quelle delle coppie composte da attrici e gerarchi (Doris Duranti e Alessandro Pavolini, ministro della cultura e della propaganda, in Italia; Lyda Baarova e Goebbels, corrispettivo di Pavolini, in Germania). Nel film doc figurano anche la Valenti e la Ferida, ma anche attrici come Maria Doris innamorata e salvatrice di Luchino Visconti catturato da Pietro Koch, capo di una delle polizie fasciste operanti tra il 1943 al 1945.

(Note biografiche)

Italo Moscati, scrittore, regista e sceneggiatore. Ha collaborato a lungo con Liliana Cavani (scrivendo tra l’altro “I cannibali”, “Milarepa”, “Il portiere di notte”, “Al di là del bene e del male”, “Dove siete? Io sono qui”) e con Luigi Comencini, Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, Ugo Gregoretti, Silvano Agosti, Piero Maccarinelli, Pasquale Squitieri, Augusto Zucchi. Ha scritto dieci commedie tutte rappresentate dirette da importanti registi. Insegna Storia dei Media e Arti Visive della Contemporaneità all’Università di Teramo. Ha diretto il tv movie “Gioco perverso”, il serial “Stelle in fiamme”, e numerosi film doc tra cui “A New York! A New York! A New York!”, “Piccoli graffiti”, “Roma cinema”, “Il sogno del futuro”, “Passioni nere”, la “Trilogia della paura (Maschere, La guerra perfetta, Nomadi)”, “Occhi sgranati”, “Adolescenti, ovvero Principianti Assoluti”, “Il paese mancato”, “Viziati 1 e 2”, “Tv posto di polizia”, “Via Veneto Set”, “Non solo voce- Trent’anni dalla morte di Maria Callas”. Questi film doc sono stati trasmessi dalla Rai o da Sky, e proiettati alle Cineteche di Roma, Milano, Torino, Bologna. I suoi ultimi libri sono: “Anna Magnani”, “Vittorio De Sica”, “Pasolini passione”, “I Piccoli Mozart”, “Gioco perverso”, “Sergio Leone - Quando il cinema era grande”. Ha ricevuto numerosi premi cinematografici e televisivi, tra cui il St. Vincent come autore tv; e premi come regista e conduttore alla radio per “La storia in giallo”, “Hollywood Party”, lo sceneggiato “Il ritorno di Belfagor” e “Alle 8 della sera”.


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