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OTTO DONNE E UN MISTERO

Pubblicato il 26 ottobre 2002 da Maria Letizia Maivacca


OTTO DONNE E UN MISTERO

OTTO DONNE E UN MISTERO di Maria Letizia Maiavacca

Ozon ama il melodramma, le citazioni cinefile, gli anni 50, ed anche, evidentemente, moltissimo la critica se, come in questo caso, si riserva il diritto di fare un film solo per il gusto cinéphile di colti critici e giornalisti che adorano riconoscere in ogni film quante più citazioni possibili. Domanda: se Ozon fosse stato italiano, avrebbe potuto fare un film come 8 donne e un mistero ? Naturalmente, e, (aggiungerei purtroppo) no, è la scontata risposta. Non sarebbe così scontata se fosse stato inglese, e tantomeno, ovviamente americano. Perché 8 donne e un mistero è l’avventura registica che ogni cineasta si permette di sognare e pochi di realizzare, poter scegliere 8 attrici, tra cui a caso, nel mazzo, troviamo un’icona del cinema francese, Catherine Deneuve; una bellezza che smuove cuore e viscere dai tempi di Niente baci sulla bocca, Emmanuelle Béart; una giovane (e splendida) promessa, Ludivine Sagnier, già vista in Gocce d’acqua su pietre roventi, per non parlare di Isabelle Huppert, Fanny Ardant, Danielle Darrieux, Firmine Richard (chi non se la ricorda in Romuald e Juliette?) e Virginie Ledoyen. Un sogno dunque, che Ozon ha realizzato. Geniale trentenne d’oltralpe, François ha lo sguardo di velluto che piace alle donne e il sorrisetto furbo che ammalia tutti. E dirige, con mano ferma e qualche divertissement di troppo, questo cast stellare. Fuor di metafora. Una famiglia, gineceo al completo di tre generazioni, imprigionate in una casa dalle grandi vetrate e dalle pareti ricche di specchi, che nell’arco di un giorno, (rispettando così l’unità classica di luogo e di tempo) gira attorno all’unica figura maschile, di un padre, marito, genero, fratello, signore, che mai si ha il piacere o l’orrore di vedere in faccia, dando vita al più classico degli schemi del whodunnit. Più che analizzare, 8 donne e un mistero si deve vedere e lasciarsi invadere. Ogni tanto, (è raro ma capita) su un film c’è poco da dire, perché la parola aggiunta ad un certo tipo di immagine diventa ridondante, e confonde più che spiegare. E dopo il gioco della citazione e i colpi di scena (non tutti folgoranti però) rimane il gusto di assistere ad una sfida. Quella canora of course, altro che scoprire chi è il colpevole! Da non perdere 8 donne e un mistero, per un mucchio di buoni motivi: i titoli di testa rosa shocking, i fiori diversi abbinati ai nomi delle attrici, le canzoncine anni 50, e last but not least, il bacio; bacio famoso su cui si è già scritto molto e che suscita sommesse risatine per non dire leggero imbarazzo. L’imbarazzo stesso che nonostante le smentite, le stesse attrici hanno provato nel girare la scena. Che c’è e si vede. Crudele però Ozon, ci gira e rigira intorno e in un finale a sorpresa lo ammette: maledette le donne, maledette loro e chi le ha fatte.

[ottobre 2002]

regia: François Ozon sceneggiatura: François Ozon, Marina de Van, tratto dalla commedia in tre atti di Robert Thomas fotografia: Jeanne Lapoirie montaggio: Laurence Bawedin musica: Krishna Levy scenografia: Arnaud de Moléron interpreti: Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Fanny Ardant, Virginie Ledoyen, Danielle Darrieux, Ludivine Sagnier, Firmine Richard produzione: Centre National de la Cinématographie, Fidélité Productions, France 2 Cinéma, Gimages 5, Le Studio Canal+, Mars Films distribuzione: Bim web info: www.bimfilm.it e www.8femmes-lefilm.com

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