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Padri e figlie - Fathers & Daughters

Pubblicato il 1 ottobre 2015 da Raffaella Borgese


Padri e figlie - Fathers & Daughters

Padri e figlie – Fathers & Daughters narra il rapporto tra un padre e una figlia che vivono a New York. Il racconto si svolge contemporaneamente su due piani lontani nel tempo. Attraverso un montaggio parallelo vediamo il periodo (anni ’80) in cui Jake Davis (Russel Crowe), romanziere premio Pulitzer rimasto vedovo, lotta contro un serio disturbo mentale mentre cerca di crescere nel miglior modo possibile la figlia di 5 anni Katie e 25 anni dopo quando è ormai una donna, sta per laurearsi in psicologia, ma combatte ancora i demoni della sua infanzia tormentata e l’incapacità di abbandonarsi ad una storia d’amore.
Gabriele Muccino torna dietro la macchina da presa dopo Quello che so sull’amore (2012). La sceneggiatura di Padri e figlie (scritta da Brad Desch) era stata notata da vari produttori e da tempo cercava un regista. Avrebbe potuto avere tanti altri “padri”, ma è incappata in Muccino grande. Dotata di un’ampia possibilità di lettura dei personaggi e delle storie che la definiscono, ha una struttura che riesce a far convergere in modo organico e naturale un microcosmo di umanità ferita da abbandoni, in un’unica narrazione con sotto trame che contribuiscono ad arricchirla. Il punto è che questo accade solo grazie all’evidenza del racconto, ma non certo grazie al suo regista. Muccino si è sempre contraddistinto per un particolare difetto e un pregio. Il primo: ha sempre trattato tematiche innegabili (esempio la crisi dei trentenni in L’ultimo bacio) senza andare veramente nel profondo, ma rimanendo in superficie. Che si tratti di sua incapacità o di una mossa voluta e calcolata per accalappiare una determinata fascia di pubblico (medio borghese), che è poi la fetta maggiore fra coloro che riempiono le sale all’uscita dei suoi film, non è dato sapere. Quello che sappiamo, e qui arriva il suo pregio, è che è sempre stato in grado di piazzare la cinepresa in maniera intelligente, creando alcuni tipi di inquadrature che caratterizzavano le sue pellicole. Le regie dei suoi precedenti lavori erano una novità nel cinema italiano di alcuni anni fa (ormai più di dieci), ma ora con questo ultimo film non c’è più neanche questa sua abilità. La regia è totalmente piatta e insignificante e non siamo di fronte a quei casi in cui il regista cerca il più possibile di annullare la sua presenza per seguire il / i protagonisti senza disturbarli, come se fosse una mosca che spia, perché quando è questo l’intento di un regista, sembra una contraddizione in termini, ma è una scelta che si nota. Fortunatamente il cast fa la differenza e rende tutto il visivo più piacevole, anzi senza di loro Padri e figlie sarebbe stato veramente noioso. Graziemsolo a tutte le star coinvolte: Russell Crowe, Amanda Seyfried, Diane Krueger, Jane Fonda e gli altri, tra i quali Quvenzhané Wallis, riescono a trasmettere quell’emozione che in un film (a prescindere dal genere) dovrebbe essere elemento fondamentale. Fanno quello che possono, ma non sono certo supportati da un altrettanto valida regia.


CAST & CREDITS

(Padri e figlie – Fathers & Daughters) Regia: Gabriele Muccino; sceneggiatura: Brad Desch; fotografia: Shane Hurlbut; montaggio: Alexandro Rodriguez; musica: Paolo Buonvino; interpreti: Russell Crowe, Amanda Seyfried, Aaaron Paul, Diane Krueger, Jane Fonda, Bruce Greenwood ; produzione: Voltage Films, Busted Shark; distribuzione: 01Distribution, per l’Italia Leone Film Group e Rai Cinema; origine: USA; durata: 116’.


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