X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



PEPERONI RIPIENI E PESCI IN FACCIA

Pubblicato il 16 giugno 2006 da Edoardo Zaccagnini


PEPERONI RIPIENI E PESCI IN FACCIA

Difficile rimanere indifferenti davanti ai fatti accaduti durante questa proiezione. E alla loro gravità. Dispiace per il nostro cinema, non certo per Sofia Loren. Dispiace per tutta una generazione rimasta al palo con la fine del decennio caldo, grande ancora in perle isolate ma incapace di una soddisfacente attenzione generale alla società che è venuta dopo. Dispiace per i giovani registi, per un cinema senza sistema che produce anche buoni film. Dispiace per le idee che si perdono in se stesse e per i pezzi pesanti che si fanno dare i soldi per un presunto film di “interesse culturale nazionale” che diventa una stronzata degna di uno svogliato dilettante. La Wertmuller non è mai stata un Bellocchio al femminile, nemmeno un Olmi, nemmeno un Rosi. Ma nemmeno era mai stata così ridicola, finita così in basso. Era stata, semmai, non sempre ma a volte si, una particolare forma monicelliana, ricca in fantasia e ritmo, carica di colore e barocca di messa in scena. Nessuno può toglierle quel pezzo di nazional-popolare, nel senso più alto del termine, che ha costruito a più riprese. Non possono rimenare estranei alla Storia del cinema italiano e dell’Italia stessa, mattoni come Mimì metallurgico o Pasqualino settebellezze. Non unici esempi della sua filmografia a meritare elevata considerazione. Era quasi un dovere per chi segue e tiene al cinema italiano stare dietro al passo di una regista storica della nostra tradizione. Lo era anche quando in molti invitavano a lasciare ogni speranza. Qualcosa di utile poteva nascondersi anche in un film svogliato, ambizioso o semplicemente sbagliato. Nulla, nulla di tutto questo. Perché l’assurdità del lavoro della Wertmuller sta nella mancanza di tecnica, il che è persino difficile da immaginare. C’è una forte lontananza con il sentimento negativo prodotto dai grandi successi natalizi e dagli acchiappa qualunquisti in generale. Qui c’è una pochezza di mestiere che a memoria di trentenne non ha eguali nel rapporto tra nomi blasonati e risultato filmico. Talmente alto l’orrore che si è addirittura valutata l’esistenza di codesta ipotesi: nipote capriccioso, voglioso di fare “il film” che chiede: “Nonna se non dici che è il tuo qui i soldi non me li dà nessuno”. Più seriamente viene da pensare al desiderio di esserci comunque e di mettere la propria personalità ed il proprio segno davanti al cinema e alla gente. Ora c’è un film fatto da uno che sembra un dilettante pigro. Una galleria di cose in cui gli aggettivi più negativi sono considerabili un esagerazione in positivo. Macchiette? Magari! Caricature? Men che mai. Ritratti? Si, giusto quelli, icone simbolo del nostro tempo, mostri contemporanei alle prese col 2006. Quanto ci piacerebbe! E invece immaginate un bambino “attore” che davanti all’esigenza di un’espressione dispiaciuta si distrae e si mette a ridere. Immaginate il doppiaggio di un attore americano eseguito da un vivace romanesco che tenta di parlare in Napolatano, ma molto spesso se ne dimentica. La Loren e Murray Abraham sembrano due impiegati che nel dopolavoro recitano in parrocchia una storiella scritta dal parroco prima di coricarsi. Pare che la Lina dei lunghi titoli e dai corti e gialli capelli si sia aspramente lamentata per la scarsità dei fondi avuti a disposizione. Bel coraggio! Siamo lontani dal film fatto di sudore e sacrificio, di esigenza ed urgenza. Si avverte la pretesa di lavorare con il nome e non con il cervello. Rimangono i dubbi. Quel “diretto da Lina Wertmuller” non convince affatto. Se invece il film è suo, allora Condoglianze alla famiglia, ai figli e ai parenti tutti. Lina è morta.

Regia: Lina Wertmüller, Sceneggiatura: Lina Wertmüller, Umberto Marino, Elvio Porta, Interpreti: Sophia Loren, F. murray Abraham, Angela Pagano, Elio Pandolfi, Armando Pugliesi, Caspar Zafer, Melissa Lhoman, Moira Grassi, Montaggio: Pierluigi Leonardi Scenografia: Enrico Job, Fotografia: Giuseppe Lanci, Anno 2004.

Enregistrer au format PDF