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Petitoblock, il baraccone della morte ciarlatana a Short theatre

Pubblicato il 23 ottobre 2012 da Laura Khasiev


Petitoblock, il baraccone della morte ciarlatana a Short theatre

Tante realtà si intersecano nello spettacolo portato in scena da Compagnia Corsara, Petitoblock, al festival teatrale Short Theatre. La compagnia diretta da Emanuele Valenti si è cimentata in uno spettacolo che, attraverso una trama semplice, ha saputo tracciare sulla scena tutte le sfumature del teatro d’avanguardia russo. Le tre tragicomiche messe in atto vedono protagonisti i due personaggi storici del Teatro napoletano: Pulcinella e Felice Sciosciammocca, che tramite il dialetto hanno portato un pezzo di napoletanità sulla scena. I confini regionali però non sono stati limite del contenuto scenico: si sono infatti mescolati, come colori su tela, con le venature più significative del teatro Russo.
Un ex commediante napoletano, Ciarlatano, dopo un viaggio di esplorazione in Russia, è stato plasmato dall’esperienza del teatro sperimentale grazie al quale ha accumulato un patrimonio di esperienze tale da tornare in patria con la voglia di mescolare i colori del teatro napoletano assieme alle tonalità della tradizione scenica Russa, così da mostrare un arazzo, in cui tradizione e sperimentalismo si intersecano creando ricami inediti. La contaminazione viene palesata attraverso i sottili rimandi all’opera di Alexandr Block, alle libere ispirazioni dei testi di Antonio Petito, a Mejerchol’d e a diversi elementi evocativi di quella terra geograficamente lontana eppure artisticamente così vicina. Una volta rientrato nella sua Napoli, l’uomo è catturato da un’ossessione: la volontà di cancellare i due celebri personaggi di Pulcinella e Felice, e la persecuzione viene attuata proprio attraverso il mezzo teatrale, ricordandoci inevitabilmente l’amletica trappola per topi tesa a re Claudio. Il contesto è stato creato a immagine e somiglianza di quello del Balangick, baraccone dei saltimbanchi, che Mejerchol’d riprodusse per il suo primo spettacolo, ispirato dalle feste a cui andava da bambino e a cui Stravinskij e Diaghilev si ispirarono per il celebre balletto Petruska. Tradizioni differenti che interagiscono fra loro e trascinano lo spettatore all’interno di una dimensione che, seppur giocosa e divertente, lascia spazio alle riflessioni più serie. La metateatralità si palesa in tutte le sue sfaccettature, mostrando al pubblico il Teatro come fosse una scatola cinese, in continua rivelazione di metodi, piuttosto che di linguaggi o di modalità rappresentative. Favola e realtà si intersecano nel gioco beffardo della vita, in cui la maschera si confonde con l’essenza vera dell’io, amalgamandosi ad essa a tal punto da non riconoscerne più la differenza. Una donna nelle vesti della Morte tenta di eseguire gli ordini del Ciarlatano per far scomparire i due pilastri della tradizione teatrale napoletana. In questo continuo dialogare tra vita e morte si inserisce il personaggio di Colombina, marionetta meccanica, contesa dai due squinternati personaggi, che fa da allegoria, emblema della sintesi di realtà e finzione, vita e morte, anima e meccanicismo. A corredare la vicenda non mancano ballate e canzoni che rimandano all’esperienza del teatro russo, seppur filtrate nel canale del dialetto e della tradizione napoletana più fervente.


(Petitoblock); Regia: Emanuele Valenti; drammaturgia: Antonio Calone; luci: Antonio Gatto; scenografie: Emanuele Valenti, Daniela Salernitano, maschera di Pulcinella, Marialaura Buonocore; costumi: Daniela Salernitano; grafica: Ida Basile; foto: Marina Dammacco; organizzazione: Marina Dammacco e Rosario Capasso; tecnico: Giuseppe di Lorenzo; interpreti: (Giuseppina Cervizzi), (Christian Giroso), (Vincenzo Nemolato), (Valeria Pollice), (Giovanni Vastarella); teatro e date spettacolo: Shorth Theatre 12/13 settembre


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