Phaedra’s love_ gli amori di Fedra al teatro India

Il mito di Fedra passa per il disagio esistenziale di Sara Kane e giunge a noi rinnovato, ma pur sempre lo stesso, in connessione con un contesto fatto di consumismo, opportunismo e vizi. Il teatro India si fa spazio privilegiato per ospitare la versione teatrale di questo mito, che Sara Kane ha confezionato per la contemporaneità sotto il titolo di Phaedra’s love_Gli amori di Fedra, trascinando la centralità nel sentimento della protagonista, motore di una vicenda che dall’eros confluisce nel tanathos. La regia della serba Iva Milošević ha conferito la profondità che la giovane suicida aveva versato nel suo testo come sangue catturato dalle vene, questo è il caso in cui la resa teatrale restituisce alle parole stese su carta il respiro ampio della vita. Dalle dichiarazioni della regista, ma soprattutto da questa messa in scena si capisce che l’oscenità oggi perde la sua accezione d’origine, essa non è più qualcosa di necessariamente volgare. Nella contemporanità vestita ormai di soli gesti schizofrenici, e con la Kane, ma anche con la Milošević “osceno” oggi ha a che fare con il disagio generato dalla visione spudorata di un malessere interiore... e lo spettatore prova certamente disagio nel vedere una donna vigorosa e potente nell’aspetto, quanto fragile e debole nella sua interiorità, colei che ha avuto tutto dalla vita e ora brama l’unica cosa che non può avere, l’amore incestuoso di un figliastro che ha odio per la vita e dunque per tutto ciò che di essa è intriso. Allora lo scandalo non è più il sesso, non è neanche la messa in mostra di atti volgari, ciò che davvero scandalizza è la visione così profonda di un dolore, che dovrebbe restare celato e privato e che invece a teatro viene non solo visto, ma vivisezionato con la lente di ingrandimento, scrutato nei suoi minimi particolari e così quel “teatro della crideltà” teorizzato da Artaud raddoppia la sua accezione, si fa davvero “crudele” e invasivo nei confronti di spettatori che hanno voluto giocare col fuoco, pretenziosi di essere dei voyeur, sono diniti fra le fiamme della verità. Un amore, quello di Fedra, gravido di ansia e vuoto di reale desiderio, amore fatto solo di voglia di colmare una mancanza inappagabile. La vicenda che la Grecia antica ritrova in Euripide, nella tragedia Ippolito e che nella cultura latina viene narrata da Seneca, si sgretola, per concretizzarsi in dramma moderno, intriso di tutto quel malessere che la Kane si è portata dentro, sino al momento del suicidio, malessere contro una società perbenista e falsa, contro una Chiesa bigotta ei ipocrita, contro chi predica bene e razzola male, tasselli che caratterizzano i nostri tempi e che hanno rappresentato lame taglienti per l’animo gentile, seppur maldetto, di una drammaturga fanciulla, spenta nel dolore, causato da un mondo che nelle regole ha trovato la sua rovina. Tutta la sensibilità del testo è filtrata attraverso l’acutezza di una regia che ha saputo avvalorare il messaggio della drammaturga, attraverso una resa che ne enfatizza i messaggi attraverso l’esasperazione sia scenografica che recitativa. In questo spettacolo va anche sottolineata la bravura degli attori, che provenienti da una cultura dove il teatro non è qualcosa di marginale, hanno saputo portare in scena non solo le capacità acquisite dagli studi di una vita, ma anche tutto quel sentimento che nessuna tecnica può dare, ma soltanto una vita trascorsa in un’atmosfera culturale di ampio respiro e che ha con il teatro quel legame indissolubile che dovrebbe esserci in ogni paese. Tutto ciò permette di tagliare con quella ormai superatissima convenzione, poco efficace, del primato del grande attore, in favore di una coralità scenica, grazie alla quale si può godere di un teatro che ha una funzione che va al di là del puro passatempo borghese...
(Phaedra’s love); Regia: Iva Milosevic ; drammaturgia: Sarah Kane; traduzione: Olivera Milenkovic; produzione:Jugoslovensko Dramsko Pozoriste; interpreti: (Mirjana Karanovic), (Ermin Bravo), (Andjelika Simic), (Siobodan Bestic), (Goran Jevtic), (Ljubomir Bandovic); teatro e date spettacolo: Teatro India, 3-4 febbraio 2011; info: spettacolo in lingua serba con sopratitoli in italiano
