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Posh

Pubblicato il 25 settembre 2014 da Agostino Devastato
VOTO:


Posh

Senza giri di parole, il nuovo film di Lone Scherfig, Posh, è il vuoto, noioso e inutile racconto delle vicende di un club di ricchi e presuntuosi studenti Oxfordiani. Il Riot Club di Oxford ha origini secolari, accoglie tra le sue fila solo i migliori studenti della migliore università del mondo, sebbene si tratti non di meriti scolastici ma di eccellenze nell’arte della dissolutezza e della lascivia. Il film si apre infatti sulla nascita di questo esclusivo club, nel 1776, in onore proprio di Lord Riot, genio e sregolatezza di Oxford, un autentico libertino, le cui gesta sono da esempio per tutti i membri del Riot Club, fino ai giorni nostri.

Fin dalle prime immagini si intuisce il taglio piatto e didascalico che accompagnerà tutti i 106’ minuti di Posh, sia per quanto riguarda il racconto visivo che quello narrativo. La vicenda riguarda principalmente due personaggi: Miles, il classico bravo ragazzo che si imbatte in questo club di sfrontati ricchi, i quali metteranno in crisi il suo sistema di valori, e Alistair, genio solitario e arrabbiato perché vive all’ombra del suo fratello maggiore, leggenda del Riot Club. La più importante tradizione di questo club è quella di riunirsi alla fine di ogni semestre per una cena, e lasciare che l’alcool e ogni forma di sregolatezza li porti a distruggere completamente il ristorante di cui sono ospiti, per poi risolvere tutto risarcendo i proprietari con fiumi di denaro. La cena raccontata in Posh vede i due nuovi membri del Riot Club, Alistais e Miles esprimere la loro rivalità con colpi bassi, e sfide a chi è più degno di appartenere al Club.

Insomma, il film non decolla mai, e sebbene la sua genesi sia un testo teatrale di Laura Wade, giovane autrice del Royal Court Theatre, non vi è alcuna traccia della graffiante satira o di tutte le sfumature che la vicenda potrebbe promettere. Restano solo le battutine su quali siano le scuole di serie A o di serie B, e il tutto viene incanalato nel filone dei filmetti d’ambientazione universitaria. Il continuo bisogno di dimostrare chi siano i cinici, presuntuosi, futuri padroni del mondo e chi gli umili sovrasta ogni speranza di vedere un po’ di cinema. Nessuna idea accompagna questo racconto, in cui tutto suona fasullo e terribilmente noioso.

Guardando Posch è facile distrarsi, pensare a ciò che succede fuori dalla sala, in città, dove ci sarebbero tante storie e tanta vita da raccontare al cinema, Vita e Cinema che non sono stati invitati a questa inutile cena tra ragazzini.


CAST & CREDITS

(The Riot Club); Regia: Lone Scherfig; sceneggiatura: Laura Wade; fotografia:Sebastian Blenkov; montaggio: Jake Roberts; interpreti: Max Irons, Sal Claflin, Holliday Grainger; produzione: Notorius Pictrures; UK, 2014; durata: 106’’;


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