Lunedì 17 novembre, alle ore 10.30, ha avuto luogo al Maxxi la proiezione di “Remembering the artist Robert De Niro, Sr”documentario di Perri Peltz e Geeta Gandbhir, presentato dalla Fondazione Cinema per Roma in collaborazione con Mazda e su gentile concessione di HBO e Sky Arte HD, dedicato alle opere di Robert Sr, artista statunitense di origine italiane, papà del grande attore Robert De Niro.
In quaranta minuti, viene ritratta la vita di un uomo nato in un’epoca per lui “sbagliata”: l’artista, appartenente alla scuola di New York, raggiunge il successo tra gli anni ’40 e ’50 del Novecento, espone le sue opere nel ’45 presso la galleria “Art of This century” di Peggy Guggenheim, per poi cadere nell’ombra, oscurato prima dall’Espressionismo astratto, poi dall’esplosione e dal consolidamento della Pop Art.
Le sue opere, capaci di fondere espressionismo, astrattismo e figurazione in maniera originale, hanno un’impronta unica, immediatamente riconoscibile e vengono recensite, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, nelle maggiori riviste d’arte di tutti i tempi.
Robert De Niro senior, è dipinto in questo riuscitissimo documentario, come esempio di un uomo non disposto a scendere a compromessi: negli anni ’60, quando la pop art diventa “moda”, il pittore non abbandona il suo modo di sentire e di vivere la sua arte, e pur di non cedere alle “richieste di mercato", si trasferisce a Parigi.
Tuttavia, anche il mercato francese offre poche opportunità di successo: l’uomo, arriva a sentirsi emarginato, incompreso, ed è costretto a tornare nella Grande Mela, spinto dal figlio (allora ventiduenne) Robert De Niro, che intuisce la sua forte disperazione.

Remembering the Artist intreccia finemente l’aspetto psicologico e l’aspetto artistico del papà del grande divo di Hollywood: attraverso diari, lettere, documenti privati, si scoprono ansie, preoccupazioni, sogni e speranze di un pittore che il mondo dell’arte non ha mai voluto riconoscere pienamente, e di un uomo pieno di preoccupazioni e tormentato da un’omosessualità (forse mai affrontata) che riesce a confessare, a denti stretti, solo in uno dei suoi diari.
L’aspetto più riuscito del documentario è il perfetto equilibrio del lato umano ed artistico di Robert senior: l’uomo e l’artista sono inseparabilmente legati e presenti allo stesso modo, arrivando a costituire la stessa faccia di una medaglia, l’uomo/artista e i suoi tormenti.
Il filo che lega tra loro eventi, lettere, letture di diari, documenti di famiglia, è il forte senso di malinconia e di emarginazione di un pittore che sente l’arte come una necessità, e non come un modo per rapportarsi al mondo.
Il documento, ritraendo vari aspetti della vita di Robert senior (puntando soprattutto sugli aspetti umani e psicologici) è il tentativo di trasmettere al grande pubblico l’opera di un artista al quale è mancato in vita il plauso della critica: Robert (figlio), infatti, dopo aver scoperto le opere del papà, (dopo la sua morte) sente il dovere di far conoscere al mondo intero la sua arte e lo fa in modo sincero.
Il film affronta, indirettamente, anche il legame padre/figlio: dalle lettere e dai documenti vari, si intuisce l’esistenza di un rapporto complesso, fatto di silenzi, di parole non dette, ma anche di conforto e di vicinanza nei momenti di difficoltà.
Remembering the artist Robert de Niro, Sr, ha quindi il grande pregio, non solo di riportare in luce l’opera di un valido pittore, ma anche di mostrare al grande pubblico un De Niro inedito e sconosciuto ai più: l’attore apre la sua sfera privata al mondo e ci parla anche del suo rapporto umano e psicologico con un padre tormentato, ma anche molto tenero, che l’attore ricorda con grande affetto.