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Revanche - Ti ucciderò

Pubblicato il 5 marzo 2010 da Simone Isola


Revanche - Ti ucciderò

Alex e Tamara sono amanti. Lei è una prostituta ucraina, lui il tuttofare del boss. Una loro relazione non sarebbe accettata. Vivono la loro passione di nascosto, nella camera di un residence.La vita notturna viennese è condensata soprattutto dal quartiere a luci rosse. Molti qui fanno un lavoro che a stento permette di tirare avanti. Qui sesso e soldi diventano un unicum inestricabile, con prostitute che vendono i loro corpi mentre uomini considerati di successo vendono le proprie coscienze. Sono figure che sono rispettate nella società, hanno potere e autorevolezza.. Non avrebbero bisogno di approfittare della loro posizione, ma lo fanno ugualmente per avidità.

Fanno tenerezza, Alex e Tamara, benché sono un ex ladro e una prostituta. Tamara viene costretta dal suo protettore a diventare una escort di livello. Lei però non ne è convinta, vorrebbe continuare a lavorare nel locale a luci rosse con altre ragazze. Sono solo delle vittime di un sistema che non lascia via di scampo, a meno di forzarlo con violenza. Alex decide di rapinare una banca in un paesino di campagna. Ha un piano sicuro, dice. Tamara decide di accompagnarlo nell’impresa. Sembra un gioco da ragazzi, ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Già, l’imprevisto, il poliziotto Robert. Una vita monotona, grigia. Vive con sua moglie Susanne in una casa isolata, costruita con i risparmi e i prestiti delle banche. Le loro vite sembrano meno interessanti; poliziotto lui, commessa in un supermercato lei. La coppia non riesce ad avere figli, e dalle analisi sembra che sia Robert ad avere problemi di sterilità. L’uomo sfoga la sua frustrazione in lunghe corse e nell’allenamento al poligono. Purtroppo va a segno con il colpo sbagliato. La pistola mira alle gomme, ma il proiettile colpisce Tamara. Ma la coincidenza non esiste. E’ qualcosa che semplicemente non riusciamo a comprendere. Un’opportunità che non abbiamo preparato ma che può aiutare a crescere. Alex, preso dai rimorsi e dalla disperazione, abbandona l’auto con il cadavere di Tamara in una foresta. Si nasconde nella fattoria desolata dal nonno. Robert e Susanne abitano poco lontano. Alex identifica il poliziotto, lo segue nelle sue corse, mira con la pistola. Ma non lascia partire il colpo. Perché? Lo slancio iniziale, l’intreccio da noir classico degrada lentamente in una sorta di stasi narrativa. Alex comincia a tagliare la legna da ardere, preparando le scorte per l’inverno che si avvicina. Il suo furore di vendetta si affievolisce. Inizia con Susanne una relazione controversa, fatta di rapporti sessuali consumati velocemente, approfittando dei turni di notte di Robert. La donna ignora i veri intenti di Alex, e cerca in questo vicino di casa così scontroso e introverso una via di fuga alla monotonia. Tutti i protagonisti sono alla ricerca di qualcosa, permeati da sentimenti d’amore, dolore, vendetta. La morte di Tamara sconvolge le loro vite e le ricompone in un’ottica diversa, più matura. Spesso i personaggi escono di campo, ma la macchina da presa continua a riprendere la natura della campagna viennese. E’ in questo contesto ambientale, con i boschi, i sentieri, il lago isolato, la luce, un tempo più disteso, che Alex riscopre uno stile di vita “nuovo”, diverso, spiando la vita degli altri, di Robert e Susanne. E sulla panchina di fronte al lago, Alex trova il coraggio di parlare con Robert, scoprendo in un colloquio rivelatore l’angoscia e il senso di colpa che attanagliano il poliziotto. Lo scambio di battute inchioda Alex alle sue responsabilità. Perché Tamara era in quell’auto? Perché il ladro è stato così sprovveduto da portarla con se, visto che non aveva alcun ruolo nella rapina? Ecco che il tragico caso si ridimensiona all’interno di un contesto più profondo, fatto di colpe reciproche. Alex getta la pistola nel fiume, scosso poi da un soffio di vento. Non c’è alcun lieto fine. Non ci sono teorie esposte ad alta voce sulla vendetta, sulla riconciliazione, sul caso. Il silenzio della natura è rotto solo dal suono metallico e fastidioso della sega circolare o da quello secco della scure che squarcia la legna. La campagna pulsa di un’energia misteriosa, vitale.

Revanche non attrae lo spettatore con effetti speciali, ma con uno stile volto alla semplicità e alla chiarezza. Ci emoziona con lucidità e cura formale. Ci parla di sentimenti senza scadere nell’emotività. Pone delle domande e lancia una scintilla di ottimismo. Il dolore resta vivo, tangibile, ma ci resta la convinzione che anche l’errore abbia un senso, magari all’inizio sconosciuto, misterioso, che solo con le nostre azioni e la capacità di perdonare potremo essere in grado di capire.


CAST & CREDITS

Revanche (t.o.). Regia: Götz Spielmann; sceneggiatura: Götz Spielmann; fotografia: Martin Gschlacht; montaggio: Karina Ressler. Interpreti: Johannes Krisch (Alex), Irina Potapenko (Tamara), Andreas Lust (Robert), Ursula Strauss (Susanne), Hannes Thanheiser (Moglie), Hanno Poschl (Konecny). Produzione: Prisma Film - Und Fernsehprduktion, Spielmannfilm. Distribuzione: Fandango. Anno: Austria 2008. Durata 121 min. Sito web: http://www.revanche.at


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