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Ricordati di me

Pubblicato il 22 ottobre 2003 da Marino Galdiero


Ricordati di me

Il cinema di Muccino percorre il mondo come se fosse una superficie priva di profondità, e nel tragitto che compie raccoglie i problemi sociali come in una indagine statistica, dando l’impressione della precisione, il fascino dello slogan, della formula sintetica che racchiude un concetto ad effetto. I personaggi dei suoi film, in particolare di quest’ultimo, paiono ritagliati sulla carta da un paio di forbici, hanno quel tipo di leggerezza, che gli dona una sorta di immediatezza emotiva. Sono infatti capaci di raggiungere rapidamente il dramma sino alla nevrosi, per poi ricadere in un attimo nella dimensione grottesca in cui si sono cacciati. Producono un effetto da fotoromanzo, non popolare, ma piccolo borghese. Questa scrittura dei personaggi, come anche la struttura corale, risente molto di alcuni film americani, primi fra tutti American Beauty e Magnolia. Modelli da cui attinge, svuotandoli del senso del tragico lì presente, anche perché Muccino ha un legame amoroso con i suoi personaggi, si intrattiene con loro con lo sguardo, e per quanto provi a sottoporli ad un giudizio severo, è pronto ad assaporare il gusto amarognolo della loro esistenza. La forza centrifuga che muove i componenti della famiglia Ristuccia è l’ansia di essere differenti da quello che si è, il sogno di riscattare la propria vita considerata mediocre, attraverso la realizzazione nel mondo dello spettacolo per quanto riguarda le donne - la figlia come Velina, e la madre come attrice di teatro - e gli uomini nell’amore - il padre rincontra la sua fidanzata di gioventù, il figlio alla ricerca di sé nelle sue prime esperienze amorose. La casa diventa un luogo di transito, dove la famiglia non trova più il suo centro gravitazionale, se non per confermare la propria insoddisfazione. Le loro relazioni affettive sono oramai abitudini, non hanno importanza, quello che hanno dentro non può essere espresso nella famiglia, la propria identità è data dall’immagine esteriore che gli altri hanno di noi. Valentina, la figlia, è quella che esplicita al meglio il desiderio della famiglia, con il suo progetto di apparire in televisione, e di cui poi tutti si fanno complici, varcando facilmente la soglia del buon senso, e così precipitando nel mondo della finzione. Insieme al tema della famiglia disgregata, in Ricordati di me si affronta la critica all’apparenza delle immagini, senza però riuscire a sbrigliarsi della loro superficie scivolosa. Il regista ha fiducia della sua visione, sembra convinto che fissando in una inquadratura, la parziale organizzazione del mondo cosi com’è, possa rivelare il falso contenuto dell’immagine.


CAST & CREDITS

regia: Gabriele Muccino soggetto: Gabriele Muccino sceneggiatura: Gabriele Muccino, Heidrun Schleef fotografia: Marcello Montarsi musiche: Paolo Buonvino montaggio: Claudio di Mauro interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Monica Bellocci, Silvio Muccino, Nicoletta Romanoff produzione: Fandango distribuzione: Medusa origine: Italia 2003 durata: 105’


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