X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



RiSimpsonizzare il mondo

Pubblicato il 27 settembre 2007 da Luca Lardieri


RiSimpsonizzare il mondo

È difficile, se non impossibile oggi immaginare il mondo della televisione, soprattutto nel sempre più ampio spazio dedicato ai cartoni animati, privo della sua dose giornaliera (all’incirca mezz’ora) di Simpson. È assurdo solo pensare di fare a meno di quella satira pungente, intelligente e stimolante che da vent’anni a questa parte ci propone uno specchio sempre più chiaro e definito di quella che è la nostra realtà. Di chi sono veramente le persone e i personaggi che ci circondano, di quello che questi ultimi vogliono farci intendere leggendo tra le righe delle loro frasi dette senza passione e convinzione, nascoste dietro le immobili bocche di maschere indefinibili che permettono loro di presentarsi ai nostri occhi come qualcos’altro da quello che sono in realtà.
I Simpson, dipingendo un grottesco affresco della provincia americana, arrivano a parlare di cose ben più grandi e di luoghi ben più vasti, rompendo gli argini della provincia e distendendosi come un fiume in piena su tutta la superficie americana, arrivando a toccare i lidi delle città di tutto l’emisfero occidentale e/o occidentalizzato. Ci offrono la possibilità di guardare oltre i nostri confini e di acquisire con sempre maggior convinzione la consapevolezza che ogni mondo è paese e che i tempi che stiamo vivendo sono durissimi un po’ ovunque.
Matt Groening ha inventato un nuovo linguaggio televisivo (e non solo) e nel suo piccolo ha dato la possibilità a milioni di bambini di crescere con una visione più ampia, cinica e soprattutto critica della società, diffondendo messaggi importantissimi, diretti anche ad un pubblico più adulto, mascherati dietro le “innocue” facce di innocenti cartoni animati. Dall’ottantanove ad oggi, non c’è un solo aspetto della società che i nostri Homer, Marge, Bart, Lisa, Maggie etc. etc. abbiano tralasciato, parlando di politica e politici, religione e religiosi, divi del cinema e della musica, finanza, ecologia, economia e chi più ne ha più ne metta. Hanno incontrato e dissacrato tutte le più alte cariche del Mondo e dell’Aldilà, partendo da Bush padre, passando per il Papa e arrivando fino a Dio. Non hanno risparmiato nessuno e nessuna fazione politica, nessuna etnia e alcun credo religioso, mettendo in risalto luoghi comuni, pecche e pregi di tutto ciò che entrava in contatto con il loro universo giallo.
In un mondo dove informarsi è diventato sempre più facile, ma dove l’informazione ufficiale, come dice Grillo, è in realtà confusione e disinformazione, i bambini hanno la possibilità di allenare ed incrementare il loro senso critico e di non prendere per oro colato tutto ciò che vien detto loro grazie anche ai Simpson. Molti doppi sensi che per un dodicenne di qualche anno fa potevano risultare ostici da comprendere, oggi sono diventati di una semplicità disarmante anche per merito di Bart e compagni che hanno offerto la possibilità di crescere con intelligenza; e forse molte di quelle migliaia di giovani che si sono radunati nelle piazze di tutta Italia per il vaffa day sono “figli” dei Simpson.
Oggi i Simpson, dopo aver detto tutto o quasi e dopo aver indicato la via ai vari Futurama, South Park, Griffin e American Dad, lasciano momentaneamente la televisione ed approdano al cinema senza però imprimere, una traccia così forte come ci si aspettava, ma dimostrando ciò che da un paio d’anni a questa parte è sotto gli occhi di tutti (a cominciare dal suo creatore) e cioè che le idee e la vis creativa cominciano ad annaspare, tramutando quello che doveva essere, e che comunque in parte è stato, un evento, in un qualcosa che fa da apripista ad un quantomai sempre più prossimo addio agli schermi… Il nostro Homer sta per appendere la ciambella al chiodo. Ma ciò che resta e resterà per sempre è stata la ri-simpsonizzazione (prendendo spunto da una famosa pubblicità della Fox) della televisione, un qualcosa a cui, inconsapevolmente o meno, tutti dobbiamo rendere grazie anche, se non altro, per quel Doh!, esclamazione entrata ormai nel linguaggio comune e che dal Duemila ha trovato spazio anche nel vocabolario inglese ufficiale.


Enregistrer au format PDF