X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Ritorno a L’Avana

Pubblicato il 8 novembre 2014 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Ritorno a L'Avana

Ritorno a L’Avana, o l’amore di Laurent Cantet per Cuba. Dopo aver partecipato nel 2012 al progetto collettivo 7 Days in Havana, il regista francese torna nell’amata ‘terra del Sud’. Stavolta da solo, ispirato dalla penna romantica dello scrittore cubano Leonardo Padura. Un viaggio che lo spinge fin su una terrazza di un appartamento situato su di un’altura che si affaccia sul golfo cubano, lì dove gli occhi di cinque amici riunitisi dopo tanti anni si posano con commozione sul paesaggio urbano di una Avana moderna, caotica, metropolitana. Uno di loro, Amadeo (Nestor Jimenez), è tornato dopo sedici anni nella sua città natale, dalla quale era stato costretto a fuggir via, in esilio. Quale occasione migliore per una rimpatriata tra vecchi amici? Sulla terrazza scelta come luogo di incontro-confronto, i cinque amici ballano, ridono, si divertono, raccontano le loro vite. Finendo, inesorabilmente, a scontrarsi con i fantasmi del loro passato. Incarnando lo spirito di un regista teatrale, Cantet mette in scena la malinconica condizione umana di cinque personaggi apparentemente molto vicini tra loro, legati da un’amicizia di vecchia data, eppure così distanti caratterialmente, nelle ideologie, nelle scelte di vita. E Ritorno al L’Avana assume i contorni di una piece teatrale: sullo sfondo di una città a cui non appartengono più, i cinque amici si rivelano personaggi avulsi dal contesto sociale afflitto dai postumi della Revolucion cubana, dal tempo trascorso inesorabilmente. Così, all’alternarsi del giorno, della notte e, infine, al giungere dell’alba, mutano gli stati d’animo, si alternano emozioni contrastanti: gioia e spensieratezza vengono oscurate dalla tristezza, dai dubbi e dai rancori delle rispettive vite vissute come mai avrebbero desiderato, per poi risorgere dalle ceneri del passato con serenità, calma apparente e rassegnazione a un’esistenza dalla quale, ormai, è impossibile fuggire. Cantet racconta in un susseguirsi di primi piani e controcampi evocativi il fallimento di una generazione, delle sue ideologie, sconfitta dal semplice e incontrastabile scorrere del tempo e dal mutamento sociale di una città che ha cambiato pelle grazie ai moti rivoluzionari dei suoi padri, urbe figlia del nuovo millennio. E questa sensazione di straniamento, di isolamento collettivo viene simbolicamente descritta con semplicità, lasciando che i cinque personaggi scelti si abbandonino contro la fredda ringhiera, mentre il loro sguardo solitario vaga verso l’orizzonte, quasi non riconoscendo più le strade e il mare dell’amata Cuba. Ritorno a L’Avana non è sicuramente un film perfetto, perchè scivola spesso su qualche clichè di troppo, ma considerata la facilità con cui ci riesce, sembra quasi che tutto ciò a Cantet non importi affatto. Ciò che colpisce resta, tuttavia, la maestria con la quale il cineasta francese mette a nudo i suoi personaggi, la naturalezza con la quale li immerge in un mondo (un tempo) conosciuto, a cui ora non hanno più nulla da chiedere. Il passato è passato. Perchè nel mezzo del cammin delle nostre vite, ciò che conta davvero è sapersi accontentare di quel che si ha, piuttosto che soccombere sotto il peso di ciò che un tempo si è desiderato, ma mai, veramente, ottenuto.


CAST & CREDITS

(Retour à Ithaque) Regia: Laurent Cantet; sceneggiatura: Leonardo Padura, Laurent Cantet; fotografia: Diego Dussuel; montaggio: Robin Campillo; interpreti: Isabel Santos (Tania), Jorge Perugorrìa (Eddy), Fernando Echevarrìa (Rafa), Nèstor Jimènez (Amadeo); produzione: Full House, Orange Studio, Haut et Court; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia; durata: 90’.


Enregistrer au format PDF