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2night

Pubblicato il 25 maggio 2017 da Alessandro Izzi


2night

Due ragazzi, la notte e Roma.
Lei sembra un modello aggiornato ai gusti delle nuove generazioni di una Jeanne Moreau di trauffattiana memoria: impertinente, con un cappello calato sulla testa che fa immediatamente carattere, i capelli lunghi e la voglia di andare dritta al sodo delle situazioni senza troppi giri di parola.
Rimorchia un ragazzo incontrato per caso in un bar giocando di seduzione, rendendolo consapevole di essere oggetto dello sguardo di una terza incomoda che lui non aveva notato anche se gli aveva da poco servito da bere.
Lui, messo di fronte alla possibilità di scegliere tra la bionda stinta che lo guarda con occhi di triglia e la vertigine della tentazione dell’inaspettato, cede e la rincorre senza neanche accorgersene del tutto.
Del resto lui è il ragazzo dei segnali stradali letti con scrupolo e delle precedenze date sempre al momento giusto a ogni altra macchina che passa e deve suonargli strano questo tuffo nella notte poco chiara che sa di avventura di una notte.
Il loro viaggio in macchina verso la casa di lei, si riempie però di discorsi inaspettatamente profondi, di battute che lasciano spazio a vite sottintese e solitudini sopportate con fatica.
Così quello che doveva essere solo un momento di fuga dalle rispettive routine si carica di significati inaspettati che non si capisce fino a che punto possano disegnare orizzonti distanti di fronte ai loro occhi ancora troppo impreparati.
Fin nelle intenzioni (abbastanza alte) appare chiaro come 2night sia un film che calca le orme di una storia di amour fou come le scrivevano (e qualche volta ancora le scrivono) i francesi della migliore Nouvelle Vague anche se il punto di partenza è, invece, un bel film israeliano (di Roi Werner) di cui l’opera di Silvestrini è il remake.
Di qui, forse, il bisogno di una macchina da presa libera, non troppo legata a una grammatica che sa di impaccio soprattutto all’interno di un film girato prevalentemente in automobile mentre i due personaggi sono, come in un vecchio e godibilissimo corto di appena qualche anno fa, a caccia di un parcheggio che in capitale è quasi meglio di un terno al lotto.
Il gusto dell’inquadratura leggera e colta al volo, l’attenzione ad ambienti urbani raramente toccati dal cinema (anche in considerazione che la città filmata è Roma) e la fotografia che ha il sapore di certo digitale appena ingentilito da una punta in più di post produzione, lasciano agli attori il compito di far crescere i propri personaggi un passo alla volta. Nel frattempo lo sguardo del regista cerca dettagli significativi, momenti che vogliono apparire rubati e che suonano strani per un film girato prevalentemente in primo piano, spesso giocando con la messa a fuoco.
Tutto è calcolato all’interno di 2night, anche l’asma di cui soffre lui, allergico alla pittura fresca, che è messo a bella posta, almeno così pare, per evitare lo scadimento nel fuori tono di una rissa.
Tutto è preciso nel rincorrersi frenetico di scenari urbani che fanno da sfondo a questo breve incontro che non si capisce quanto capace di lasciarsi dietro un segno nella memoria di chi l’ha vissuto e per un poco, almeno, ci ha creduto.
Eppure in questa griglia che avrebbe dovuto produrre un film che spostando a Roma un intreccio che a Tel Aviv, città di guerra e contraddizioni politiche, finiva per avere un respiro ben altrimenti problematico, qualcosa prende corpo un po’ alla volta. Capita così che ci si scopra, durante la proiezione, anche un poco affezionati a questi due personaggi sbandati che solo alla fine (a rischio di cadere in didascalia) si mettono a nudo e si scoprono terribilmente indifesi soprattutto di fronte all’amore che potrebbero finalmente provare, forse per la prima volta.
Così il film di Silvestrini, pur non convincendo fino in fondo, non è poi privo di meriti e sarebbe interessante capire quanto i giovani italiani, di cui vuole essere ritratto non certo impietoso, vi si riconoscano davvero.


CAST & CREDITS

(2night); Regia: Ivan Silvestrini; sceneggiatura: Marco Danieli, Antonella Lattanzi, Antonio Manca, basedupon the movie "2night" by Roi Werner and Yaron Brovinsky; fotografia: Davide Manca; montaggio: Alberto Masi; interpreti: Matilde Gioli, Matteo Martari, Giulio Beranek; produzione: Controra Film srl in co-produzione con Jando Music e Montfluor Films. In collaboration with Rai Cinema.; distribuzione: Bolero Film; origine: Italia, 2016; durata: 75’


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