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Manchester by the sea

Pubblicato il 17 febbraio 2017 da Monia Manzo
VOTO:


Manchester by the sea

Con Manchester by the sea il regista americano Jenkins offre al pubblico un vero e proprio esempio di opera cinematografica in cui tutto gira alla perfezione, nonostante la storia si incentri su un tema piuttosto comune: la perdita.
Ambientato nel Massachussets, tra una tranquilla cittadina americana e Boston, gli scenari offrono uno specchio delle anime dei personaggi della famiglia Turner, apparentemente calmi, ma in verità scossi da profondi dolori personali e da rapporti disfunzionali.
Il protagonista Casey Affleck (fratello del celeberrimo Ben) ha dato prova di grande talento e di evidente preparazione attoriale, nell’interpretare Lee, un uomo a cui la vita ha tolto tutto.
Nella prima parte del film non si evincono le sfortune del mesto Lee: si può solo osservare un uomo solo, scontroso e pervaso dalla rabbia nei confronti del mondo, che vive in una stanza piccola e squallida di Boston, e si mantiene facendo l’idraulico.
Poi la narrazione filmica muta, portandoci in una condizione di dolore netta e lucida, con la morte del fratello di Lee, malato di cuore da tempo.
Si scopre attraverso una serie di flashback e digressioni narrative che Lee ha assistito con attenzione e pazienza tutta la sua famiglia, tornando spesso per ogni crisi del fratello e occupandosi del nipote teenager, abbandonato da una madre alcolista e irrisolta.
Rimasto solo con il nipote, Lee riscopre la sua dimensione domestica, rassicurante e dolorosa al contempo, tutto infatti lo riporta, come scopriamo solo a metà del film, ad una vita perfetta con una bella moglie e tre bambini adorabili, prima che una disgrazia, un incendio non sconvolgesse la sua esistenza, facendogli perdere i tre bambini e allontanando la moglie.
La fotografia del film ci restituisce colori e ambienti perfettamente fedeli ad una scenografia naturale dell’area geografica più anglosassone degli States, comunicando con pienezza una calma serafica sotto la quale si celano segreti e profondi dolori, come nella migliore letteratura inglese.
In questo scenario catartico Lee si sente perso e la sua condizione di grande impasse emotiva aumenta quando scopre che il fratello lo ha designato come tutore del figlio teenager.
Inizialmente molto restio a prendersi cura del ragazzo, alle prese con amici e fidanzate, Lee lentamente comincia ad uscire dalla sua chiusura e a prendere contatto con il mondo.
È proprio in questa fase di cambiamento dalla quale possiamo cogliere la bravura di Casey Affleck, in grado di restituirci un personaggio per niente semplice da interpretare nel suo minimalismo e ripiegamento. Indubbiamente aiutato anche dal physique du rôle, l’attore americano sembra comunque meritare a tutti gli effetti la possibile candidatura agli Oscar.
Anche lo script del film ha una specifica rilevanza nel contribuire a rendere Manchester by the sea un film completo in tutte le declinazioni, la piccola cittadina del Massachussets diviene così un mondo in cui la tragedia, come nelle opere classiche ha un suo sviluppo e una sua catarsi, fino ad una conclusione in cui l’eroe, qui diremmo più un antieroe, si risolleva dalla condizione più pietosa che si possa mai immaginare per un personaggio distrutto dal dolore più cocente e profondo.

Il rapporto con la vita, il reincontrare l’ex moglie fanno distaccare Lee ancora di più dal suo passato, rendendolo pienamente consapevole di ciò che ha perduto: dopo la caduta più profonda ci può essere solo una risalita.
La sua sarà, come si evince da un finale poetico, abbastanza da far immaginare l’inizio di una vita meno punitiva per uomo come molti comune ma speciale per aver avuto la forza di non essere sovrastato dal dolore. Lonergan si inserisce a piene mani, con questa sua opera, come una delle sorprese del momento.


CAST & CREDITS

(Manchester by the sea) Regia: Kenneth Lonergan; sceneggiatura: Kenneth Lonergan ; fotografia: Jodi Lee Lipes; montaggio: Jennifer Lame ; musica: ; scenografia: Ruth de Jong ; interpreti: Casey Affleck, Michelle Williams, Kyle Chandlet, Matthew Broderick; produzione: K Period Media; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA, 2016; durata: 136’


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