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Rock Dog

Pubblicato il 1 dicembre 2016 da Alessandro Izzi
VOTO:


Rock Dog

Bodi è un cane pastore tibetano che vive, con il padre, nel villaggio di pecore di Snowmountain, un luogo di arcana suggestione che non esiste nel mondo dell’al di qua prosaico della geografia dei libri di scuola.
Passa le sue giornate in un clima non proprio spensierato dal momento che il padre, che era riuscito a scacciare i temibili lupi grazie all’impegno della sua energia spirituale esercitata a suon di arti marziali, ne teme però il ritorno e riempie il ridente paesino sperduto tra le montagne di paura e propaganda militaresca.
Allo scopo ha proibito in paese tutte le canzoni (con sommo dispetto degli ovini canterini che riempiono di buffe gag tutto il film grazie alla loro memoria troppo breve) e ha istituito un esercito permanente di pecorelle vestite da cani da guardia allo scopo di intimorire il nemico lupesco che sicuramente trama nell’ombra .
Nessuno al villaggio sembra credere possibile un ritorno dei lupi (si sa: la pace rammollisce a lungo andare), eppure nessuno si oppone alle norme di governo che sono fatte senz’altro in buona fede.
Bodi, discendente diretto del maestro e unico altro cane del villaggio, dovrebbe succedere al padre nell’esercizio della funzione guardiesca, ma ha poca attitudine con le onde energetiche che gli vengono deboli e anche un poco birichine.
La verità è che non ha ancora trovato la sua vera passione e, senza quella, l’esercizio spirituale è fuffa che non porta da nessuna parte.
Le cose cambiano quando da un aereo cade, in una cassa di generi non proprio di prima necessità, una scatola magica, vale a dire una radio, che riempie di musica la grigia vita del cane teenager indicandogli il nord di una possibile svolta: diventare cantante rock.
Il padre dapprima ostacola le aspirazioni del giovane figlio, poi scende a più saggi consigli e gli concede se non altro un’opportunità: andare in città e imparare a suonare e cantare diventando membro di una band.
Rock dog è un prodotto di animazione delizioso dove ogni singolo ingrediente è al posto giusto e nella giusta quantità.
Partendo da un assunto semplice come quello del viaggio dal paese alla metropoli, gioca con precisa cognizione di causa tutte le carte di un racconto di formazione scanzonato e divertente che, senza prendersi mai troppo sul serio, sa trovare la giusta distanza dalle cose che racconta.
Mette in campo tutto il possibile che può starci tra il conflitto generazionale con un padre che deve scendere a patti con il fatto che il figlio non è una proprietà e ha un’identità sua che va capita e rispettata, e il coming of an age di un figlio che pian piano trova il suo posto nel mondo, la sua passione e il suo modo di essere. E ci aggiunge di suo uno scenario urbano credibile pur nella sua vocazione al bozzetto.
Inanella una serie di personaggi a loro modo memorabili, dal gatto superstar del rock al suo buffo cameriere robot che è ricalcato su Wall-e e li mette in situazione con giusto estro e simpatia.
Sarà pure una sagra del deja-vu, dove tutto torna e ogni cosa pare già vista in altri film del genere, animati e non, ma lo è con cognizione di causa e un preciso senso del ritmo.
Per questo è facile predire che piacerà ai piccini e lo si vedrà, magari, nei cineforum delle scuole. Perché nel suo piccolo insegna e diverte. E qualche volta trova pure la strada della poesia di qualche piccola, ma autentica emozione.


CAST & CREDITS

(Rock Dog); Regia: Ash Brannon; sceneggiatura: Ash Brannon, Kurt Voelker; fotografia: Christian Schellewald; montaggio: Ivan Bilancio, Ed Fuller; interpreti: Luke Wilson, Eddie Izzard, J.K. Simmons; produzione: Mandoo Pictures; distribuzione: M2 Pictures srl; origine: Cina, Stati Uniti / China, USA, 2016; durata: 89’


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