Roma, 28 maggio: una serata con Vittorio Salerno al cinema Trevi

La Cineteca Nazionale, martedì 28 maggio, propone al pubblico romano una serata in compagnia di Vittorio Salerno, fratello di Enrico Maria: sarà un’occasione per vedere tre dei film che ha diretto e per parlare della sua carriera artistica.L’incontro è alle ore 21 insieme a Martine Brochard, al Cinema Trevi.
Vittorio Salerno ha scritto venti soggetti e sceneggiature, tra le quali I morti non si contano, Mille dollari sul nero, Anonimo veneziano, Stradivari. Ha diretto quattro film: Libido (1965), No! Il caso è felicemente risolto (1973) [nella foto i due fratelli sul set], Fango bollente (1975) e Notturno con grida (1982). Ha realizzato decine di programmi culturali per la Rai di carattere storico e sull’arte con Vittorio Sgarbi e Achille Bonito Oliva.
Vittorio Salerno racconta di sé nel libro-conversazione con Davide Comotti, Professione regista e scrittore (BookSprint edizioni, 2012). «Mio padre, dottore commercialista, era un melomane con una voce tenorile straordinaria, e si dilettava a cantare i duetti delle opere celebri assieme a mia madre… forse i ricordi più belli della mia infanzia; e il papà di mamma, nonno Enrico Storff, un nobile russo originario di San Pietroburgo, che fu Direttore dell’Ufficio Postale di Spalato nei primi decenni del Secolo, era violinista dilettante, e due dei suoi sette figlioli, studiarono musica: zia Milena si diplomò in pianoforte al conservatorio di Spalato, mamma Milka in violino all’Imperiale Accademia Musicale di Vienna, nel giugno del 1914, poco prima che iniziasse la prima guerra mondiale. Ma i primi in famiglia a prendere l’arte di petto, a diventare dei professionisti siamo stati noi quattro fratelli Salerno: Titta il primogenito è stato pittore e critico d’arte; Enrico Maria l’attore e regista che tutti conosciamo, Nando musicista e cantautore, e io scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico. […] È stata un’adolescenza triste. La miseria del dopoguerra, la morte prematura di mamma, gli studi interrotti per mancanza di soldi… non so proprio come l’abbia spuntata. […] Il primo incontro con il mondo del cinema vero, quello professionale, è avvenuto nel ’60, durante una licenza premio, ma avevo già sperimentato il cinema amatoriale… Arrivato in “licenza di Natale” a Roma andai a trovare Enrico sul set di Le signore, una commedia divertente che stava girando il grande Turi Vasile, che dieci anni dopo produrrà Anonimo veneziano, e conobbi Ettore Fizzarotti, l’aiuto regista, diventato in seguito famoso per una serie di film musicali con Gianni Morandi […] . Simpatizzammo subito, io e Ettore, […] Fizzarotti mi prese con sé come secondo aiuto regista nell’ultimo film di Mario Bonnard, I masnadieri, un film a colori di cappa e spada ambientato nella Roma papalina del Seicento […]. Avevo solo 27 anni, ma mi sentivo sicuro. Andai a trovare Ernesto Gastaldi, uno sceneggiatore di pochi anni più grande di me che però aveva già scritto una ventina di film, al quale mi aveva indirizzato Mario Pellegrino, il produttore de I masnadieri, per sceneggiare con lui La distrazione [tratto da un racconto con stilemi kafkiani e bergmaniani di Salerno, n.d.r.], e gli proposi di fondare una società insieme, la Nucleo Film con la quale però producemmo Libido, non La distrazione, perché Gastaldi diceva che i “film d’autore” non fanno una lira. “Va bene”, pensai, “debutterò con un film di genere, un thriller, poi avrò maggior potere contrattuale con i produttori, e farò il “mio film”… ma non fu così… e il copione è ancora nel cassetto. […] Ho collaborato due volte alla sceneggiatura di Anonimo veneziano: la prima, ufficialmente, nel 1966 assieme a Marco Leto e a mio fratello quando i produttori del film avrebbero dovuto essere Ugo Tucci e Claudio Mancini, e gli interpreti Enrico stesso e Jeanne Moreau; la seconda volta, amichevolmente, nell’inverno del 1969-’70 assieme ad Enrico quando dovemmo adattare i dialoghi per Florinda Bolkan e a Tony Musante, i quali, essendo più giovani di Enrico e della Moreau, avrebbero agito e parlato in maniera diversa. Con il nuovo produttore del film, Turi Vasile, titolare della Ultrafilm, firmai il contratto solo come aiuto regista, quindi il mio nome non appare nei titoli di testa a fianco di Enrico Maria e dello scrittore Giuseppe Berto […], come non appare neanche il nome di Marco Leto. […] Il secondo film come regista [No! Il caso è felicemente risolto, n.d.r.], ma il primo che ho girato da solo, senza Gastaldi. […] In Fango bollente, il cui titolo originale del soggetto di Gastaldi era I primi tre cominciano a mordere, dico a chiare lettere che sarà difficile estirpare le conseguenze di un certo male: il male di vivere in spazi troppo angusti, fisici ma anche psicologici, uno sopra l’altro, gomito a gomito, sempre pronti a sopraffarsi e a farsi del male per difendere il proprio “spazio vitale”, fregandosene del prossimo…. […] [Io ed Ernesto Gastaldi, n.d.r.] pensammo di ripescare i personaggi superstiti di Libido e fare un film magico [ Notturno con grida, n.d.r.] , un thriller “paranormale”, che poteva dare l’idea di essere anche il sequel di Libido».
Per maggiori informazioni:
www.fondazionecsc.it

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