Tutto può accadere a Broadway

Una commedia allegra, briosa, sofisticata nella grande tradizione della "sophisticated comedy" americana fa l’effetto di bere un calice di champagne ghiacciato a stomaco vuoto: non si può smettere di ridere. Idee, trovate, battute, un classico meccanismo a incastro di personaggi e storie una dentro l’altra in una girandola di divertimento puro.
La mano di Bogdanovich alleggerisce gli stereotipi e fa volare i protagonisti leggeri come piume sulla storia.
Talia Shire (sorella di Francis Ford Coppola) intervista Izzy (Imogen Poots) una starlette ingenua da manuale, ex squillo. Dal racconto principale della sua vita finiamo dentro quella di Arnold Albertson (Owen Wilson), un regista teatrale Pigmalione e seduttore compulsivo, di un famoso attore cinematografico con cagnolino annesso e una smaniosa attrazione per tutte le donne, di una terapeuta aggressiva e non professionale: una ronde schnitzleriana comprendente appunto una prostituta, un detective, un avvocato anziano, teatranti vari. In mezzo c’è lo slapstick, la commedia degli equivoci, Hawks de La signora venerdì, le comiche, la mimica del corpo che danza mentre compie gesti banali.
Un film scritto magistralmente, senza buchi, senza cadute, tenuto in equilibrio funambolico su un filo sottilissimo che non si perde né spezza mai. Un film di citazioni: nella intervista in primo piano che punteggia l’arco narrativo, Izzy nomina Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, aggiunge l’aggettivo possessivo "mia" all’idolo Marylin Monroe, fino alla sequenza finale tratta da Fra le tue braccia (1946) di Ernest Lubitsch, di cui più volte nel film viene citato, recitato, usato come arma rivelatrice un dialogo riguardo al nutrire gli scoiattoli del parco.
Prodotto da due dei registi più indipendenti americani, Wes Anderson e Noah Baumbach, Bogdanovich dichiara: "il periodo d’oro di Hollywood è finito. Il cinema americano vive un periodo di decadenza, si fanno solo prequel, sequel, remake e cartoni animati. L’unica domanda che ci si fa è come fare 300 milioni di dollari il primo weekend".
E di contro ci regala una New York magica, fatata, grattacieli, cieli puliti, ristoranti di classe, molto molto lontana da quella disperata e ai margini vista in Heaven Knows What dei fratelli Safdie, più realisti del vero. Ma qui si tratta di sognare col cinema, di sorridere, di alleggerire un grigiore doloroso che non sempre si ha voglia di vivere.
Maestro nel genere, Bogdanovich (Ma papà ti manda sola, L’ultimo spettacolo, E tutti risero) a settantacinque anni suonati ci insegna nuovamente come ridere senza sentirsi dei deficienti. Grazie Peter, grazie davvero.
(She’s funny that way); Regia: Peter Bogdanovich; sceneggiatura: Peter Bogdanovich, Louise Stratten ; fotografia: Yaron Orbach; montaggio: Nick Moore, Pax Wassermann; musica: Ed Shearmur; interpreti: nomi degli interpreti principali (separati da virgola); Imogen Poots, Jennifer Aniston, Owen Wilson, Rhys Ifans, Cybill Shepherd; produzione: Robert Ogden Barnum; origine: Usa; durata: 93’
