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Shots (on target)

Pubblicato il 20 agosto 2003 da Alessandro Borri


Shots (on target)

L’anno delle immagini è iniziato con gli snuff di Al Qaeda sparati su una CNN trasformata in videodrome, e si è chiuso specularmente con i volti martoriati dei figli di Saddam offerti alla gogna mediatica del mondo. In mezzo c’è stato il serial killer - reduce di Desert Storm - che andava in giro col figlioccio per le strade d’America a proporre il suo remake di Targets di Bogdanovich. Troppo “bello” per essere vero. Mentre veniva catturato, a Mosca un teatro diventava sede di un Trappola di cristallo dove il salvatore della patria si manifestava non con le fattezze di un eroe in canottiera ma di un veneficio volatile e letale che si è portato via terroristi e ostaggi, “innocenti” e “colpevoli”, uomini col mitra, donne col chador, spettatori attoniti. In Medio Oriente, per buona misura, l’operatore Raffaele Ciriello, colpito dalla raffica di un carro armato israeliano, ci lasciava la ripresa degli ultimi istanti del suo sguardo, in stile Stato delle cose o Forgotten Silver. E quando una pacifista americana finiva sotto una ruspa un po’ distratta, c’era sempre qualcuno a scattare le foto agghiaccianti che fissavano indelebili l’immediatamente prima, e l’immediatamente dopo, risparmiandoci stavolta l’istante osceno e inconoscibile. Ah, già, c’è stata anche un’altra guerra laggiù nel deserto. Grande spettacolo, e un presidente americano che trasforma il ponte di una portaerei (luogo di crepuscolari malinconie in un contemporaneo video dei Blur) in palcoscenico per deliranti esternazioni sul controllo globale. Ma intanto un’altra notizia ci aveva colpito. Da “La repubblica” del 5 settembre 2002: “I ponti di Madison County vanno in fumo. Uno dei luoghi letterari più celebrati, teatro della storia d’amore narrata nel best seller di Robert James Waller, è bruciato durante la notte: l’incendio è quasi certamente di origine dolosa. Cedar Bridge (il ponte di cedro) era l’unico dei sei ponti lignei coperti della contea ancora aperto al traffico dei veicoli.” Ponti che bruciano. I ponti di Eastwood, panda per eccellenza del cinema classico nell’era digitale. E due immagini: Julianne Moore in Far From Heaven di Todd Haynes, la rilettura del passato che fa prendere fuoco alla filologia, scaraventandola nelle vene pulsanti del presente. La S1mOne di Andrew Niccol, la più folgorante dichiarazione teorica sul futuro immaginifico che ci aspetta, così saturata, e purificata, e al fine svuotata da parere essere stata sempre lì, come un’icona raffaellesca. Intanto sono passati 5 anni di “Close Up On Line”. 5 anni di cinema. Un film su tutti da portare nel futuro, da serbare come viatico per un domani opaco e niente affatto accogliente. The Thin Red Line di Terrence Malick. Il Paradiso e l’Inferno sono su questa terra. Prendetene atto ed acuite le vostre percezioni.

[agosto 2003]


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