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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Pubblicato il 19 ottobre 2002 da Alessandro Borri


SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

All’inizio il sipario divide, come una specie di split-screen, l’aulico e il guittesco: da una parte gli intrighi fantastico-cortesi, confezionati in un bric-a-brac costumistico tra cineserie e presunta Grecia barbarica; dall’altro la scalcinata compagnia di muratori-comici (tra cui spicca l’Ernesto Mahieux de L’imbalsamatore) che si inseriscono in una linea di napoletanizzazione di Shakespeare già percorsa tra gli altri da Edoardo o Leo De Bernardinis. Il sipario si schiude completamente solo quando entra in scena il terzo polo del Sogno, il regno fatato di Oberon e Titania. Allora ecco spuntare come talpe squittenti dal terreno gommoso le creature della notte, in testa un Puck indiano metropolitano, e poi tutto un corredo di apparizioni indianeggianti, maschere e burattini che guatano inquietanti, fate come idoli da sagra dell’artigianato esotico, elfi come deformi macrocefali, impegnati in coreografie kitsch che potrebbero essere uscite da qualche delirio pop-dark di Enzo Trapani, fumogeni e sintetizzatori anni ’80 compresi. Un’estetica stracciona e sguaiata che man mano si arricchisce di attrazioni circensi, tra bambole animate, trampoli, Pulcinella, incantesimi a vista e botole risucchianti. Così si sviluppa la metamorfica rete d’inganni tessuta da Puck nel bosco degli incanti, fino ai parossismi orgiastici dell’accoppiamento tra Titania e l’asino. Il discorso sulla sessualità innocente dei giovani vs quella incancrenita e viziosa degli adulti lascia un po’ il tempo che trova, e allora è meglio divertirsi con lo spettacolo finale dei guitti, alle prese con alate galanterie mitologiche, un po’ come il Totò teatrante girovago di fronte al Ratto delle Sabine rifilatogli da Carlo Campanini (“Tito Tazio? Chiamiamolo Gaetano!”).

[novembre 2002]

Cast & credits:

Regia: Tato Russo; scenografia: Tato Russo; costumi: Giusi Giustino; musica: Patrizio Marrone; coreografie: Aurelio Gatti; interpreti: Arianna, Rino Di Martino, Ernesto Mahieux, Massimo Sorrentino; produzione: Fondazione Teatro di Napoli.


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