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Solo un Padre

Pubblicato il 28 novembre 2008 da Gaetano Maiorino


Solo un Padre

Intenso e delicato sono probabilmente i due aggettivi che meglio si addicono a Solo un Padre, ultimo film di Luca Lucini, interpretato da Luca Argentero. Intenso per le emozioni che riesce a suscitare con ogni singola sequenza, delicato per come parla di una tematica non facile da affrontare e a rischio banalità, l’essere padre. Medico dermatologo, Carlo si chiude in se stesso dopo la perdita della moglie Melissa, oppresso dai parenti e dagli amici che gli chiedono di continuo “come stai”, che si preoccupano per lui, decide di usare la sua pelle come schermo di difesa dall’invadenza degli altri nel suo dolore privato. A scalfire la corazza ci pensa Camille, ricercatrice francese in Italia (unico paradosso della storia), che gli fa riscoprire la voglia di provare vere emozioni, di prendere delle decisioni, di riprendere in mano la sua vita. Solo un padre è infatti un film sull’importanza di fare delle scelte, sulla necessità di guidare la propria vita e non farsi unicamente trasportare, di reagire al dolore e trovare uno scopo, una direzione nuova, di essere punto di riferimento e protezione per chi ne ha bisogno, ma di lasciarsi anche sostenere, senza opporre orgogliose resistenze. Di fronte al mare, fragoroso e autunnale, avviene la presa di coscienza di Carlo: la paternità diventa straordinaria esperienza, faticosa e triste in solitudine, ma allo stesso tempo punto di partenza per il suo cambiamento nell’affrontare la quotidianità.

Sempre in bilico tra il dramma e la commedia, questo film segna probabilmente il salto di qualità di un regista molto maturato dopo essere stato campione di incassi all’esordio con Tre metri sopra il cielo (anche se oscurato dal fanatismo pro Scamarcio), e dopo aver realizzato due commedie interessanti ma non molto fortunate come L’uomo perfetto e Amore bugie e calcetto. Ma le potenzialità alla lunga, per fortuna, vengono fuori, Solo un Padre ne è l’esempio. Il film, davvero ben riuscito, è di certo frutto dell’ottima interpretazione di Argentero, (sempre più bravo, sempre più Attore con la maiuscola), al centro della narrazione insieme alla piccola Sofia per tutto il tempo, ma Lucini è perfetto nella scelta delle inquadrature, nell’alternare amore, insicurezze, risate, dolore, tenerezza senza mai essere patetico o smielato. I personaggi secondari girano armoniosi come una giostra attorno alle vicende del protagonista, il “ragazzo padre” Carlo, e della sua bambina di un anno e danno un tocco di leggerezza che rende ideale l’equilibrio del film. Torino poi è bellissima, disegnata dalla fotografia di Manfredo Archinto, fedele collaboratore di Lucini, fredda e grigia al punto giusto, sempre più set cinematografico, sempre più nuova isola felice della produzione italiana.


CAST & CREDITS

(Solo un padre); Regia: Luca Lucini; sceneggiatura: Giulia Calenda e Maddalena Ravagli; fotografia: Manfredo Archinto; montaggio: Fabrizio Rossetti; musica: Fabrizio Campanelli; interpreti: Luca Argentero (Carlo), Diane Fleri (Camille), Claudia Pandolfi (Melissa), Michela e Fabiana Gatto (Sofia); produzione: Cattleya e Warner Bros Pictures; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: Italia, 2008; durata: 93’.


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