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Strategie fatali

Pubblicato il 11 febbraio 2017 da Fabiana Sargentini


Strategie fatali

Un buon testo originale, un buon gruppo di attori, una scena essenziale che consente di concentrarsi sul roboante e continuo movimento sulla scena. Questo è Strategie fatali di Musella e Mazzarelli, prodotto da Marche Teatro, andato in scena per due settimane fino a domenica 5 al teatro India di Roma.

Nel buio si accendono due torce in mano a dei modesti detective (caratterizzati per stereotipi comici). L’uno con blocchetto alla mano, cappello all’inglese con visiera, impermeabile beige e occhiali, l’altro similare in versione blu con capelli afro spropositati che sporgono dal berretto e parlata gutturale totalmente e volontariamente incomprensibile. Questi personaggi forniscono al pubblico le coordinate di una prima storia che verrà sviluppata sotto i loro occhi per le seguenti due ore: si narra di un ragazzino scomparso tra le mura del teatro sgombro e dismesso, dove si trovano, che qualcuno dice di aver visto come ombra fantasmatica nei pressi delle quinte del palcoscenico ricoperto di fogli di plastica contro il deposito di polvere.
Le storie son queste: una compagnia deve sostituire Otello e Desdemona (la compagnia presso cui staziona bighellonando, con profitto e mutismo, il ragazzetto adolescente divenuto, nella leggenda, fantasma). Qui si incastra un doppio registro di realtà e di prove del testo shakespeariano, con i due attori che interpretano Otello e Iago che si affrontano come duellanti; un tecnico luci oramai disoccupato ha occupato sedici metri quaidri di teatro e ci vive dichiarandosi performer, insieme a due zingari che fanno i loro comodi e un arabo con djellaba che viene a fare visita, con profferte di cous cous e parole. Nello spazio del teatro irrompono dei cinici imprenditori - un industriale, una architetta, un prete - vogliono costruire dei comprensori di palazzine sul territorio ed entrano in conflitto con l’occupante abusivo.

La finta messa in scena di Otello si intreccia con la vita vera attraverso il rapporto competitivo tra Federico, il talentuoso e colto attore di teatro, e Alberto, il ricco e famoso attore televisivo, ex compagni di Accademia prima di intraprendere due carriere diverse: due facce della stessa medaglia attoriale. Nelle scene metateatrali tra Otello e Iago, entra a far parte, come pedina mancante, la giovanissima compagna di Alberto, una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi sempre sciolti, portata dal fidanzato âgé, per un provino per sostituire l’attrice che interpretava il ruolo di Desdemona.
Il successivo svelamento della mancata purezza da parte di lei, perfettamente in parte con la potenziale accusa nei confronti di Desdemona di essere fedifraga, stuzzicata e indotta alla verità da Federico-Iago, è uno dei momenti a più alto tasso di intensità emotiva.

Il regista della messa in scena del dramma, figura chiave, interpretato da Musella (nel suo secondo ruolo dopo il precedente detective) è perso nei suoi pensieri, tutto introietttato nel suo cervello che vaga fantasticamente dentro porte mentali da aprire, sottotesti confusi che gli attori tendono a ignorare. Realtà dentro irrealtà dentro passato di realtà: una matrioska difficile da ricostruire una volta divise tutte le bamboline.
Nel finale, il teatro abbandonato, occupato solo dal performer che ha messo in scena un potenziale atto terrorista, proietta un’ombra angosciosa sugli spettatori, confusi e coinvolti dalle scene. Ma anche questo è solo spettacolo.

Il testo, a tratti troppo cerebrale, è supportato da un livello di bravura collettivo elevato: Marco Foschi (pieno di sfumature, dall’ombroso al maniacale, dal cerebrale al cinico, dal divistico all’opaco), Annibale Pavone, Paolo Mazzarelli, Lino Musella (leggero come una piuma), Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani.
Ciò che appare non è. Potrebbe essere il sottotitolo di questo spettacolo.


testo e regia di Paolo Mazzarelli e Lino Musella
scritto e diretto da Lino Musella e Paolo Mazzarelli
con Marco Foschi, Annibale Pavone, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani costumi Stefania Cempini
sound design e musiche originali Luca Canciello
direttore tecnico dell’allestimento Roberto Bivona
assistente alla regia Dario Iubatti

MARCHE TEATRO in collaborazione con Compagnia MusellaMazzarelli


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