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Street dance 3D

Pubblicato il 16 marzo 2011 da Sofia Bonicalzi


Street dance 3D

Era l’alba del nuovo millennio e ancora non lo sapevamo, ma Save the last dance (2001), vero cult per gli adolescenti dei trucidi anni ’90, avrebbe inaugurato l’incontenibile ondata dei musical in chiave pop che, da Honey a Step Up (uno, due, tre), di lì a poco si sarebbero sparpagliati per i cinema di mezzo mondo. La ricetta è più o meno sempre la stessa: strade e palestre scalcinate, sogni che palpitano in un cassetto, adulti assenti o troppo severi, amori e tradimenti preferibilmente interrazziali (o interclassisti), conti in banca poco invidiabili e concorso finale come porta d’accesso all’età adulta. Non fa eccezione Street dance, confezionato da Max Giwa e Dania Pasquini (qui al loro primo lungometraggio, dopo quindici anni di videoclip per artisti vari, tra cui gli inossidabili Oasis), registi coreografi cresciuti a pane e dirty dancing, che pescano a piene mani nell’assai poco variegato repertorio del genere, per realizzare il primo “live action” film in 3D europeo.
Per chi ancora non fosse informato, la Street dance comprende tutti i tipi di balli (hip-hop, breaking, popping, locking…) nati per le strade e i club dai primi anni ’70 in poi, spesso miscelati in un adrenalinico assortimento di salti, piroette e gesti meccanici. A differenza di quanto accadeva nei vecchi musical dove, con un misto di ingenuità e poesia, le danze si amalgamavano all’andamento del racconto, nei loro figliocci contemporanei è attorno alle performance musical-canore che si costruisce tutto l’intreccio, fino al (quasi) inevitabile lieto fine. Se il film non passerà certo alla storia per regia e sceneggiatura, gli appassionati potranno assistere alle mirabolanti evoluzioni in 3D dei loro beniamini, molti dei quali sono ballerini di professione, e alle scoppiettanti coreografie di Kate Prince, Kenrick Sandy e Will Tuckett, che fondono danza classica a contemporanea senza soluzione di continuità. Niente di nuovo sul fronte insomma, se non una serie di invenzioni visive volte ad esaltare le imprevedibili mosse dei veterani della Street dance, fra cui spiccano Stephanie Nyguen e George Sampson. Un po’ diversa dal solito è almeno l’ambientazione: stavolta siamo all’ombra del Big Bang, dove le crew più promettenti del Regno Unito si sfidano fino all’ultima mossa per partecipare alla UK Street Dance Championship, tappa obbligata verso il sogno americano. Quando il carismatico Jay abbandona il gruppo per un’improbabile pausa di riflessione, la fidanzata Carly è costretta, suo malgrado, a prendere le redini della situazione, per traghettare gli amici fino all’ambito concorso e allo scontro con i rivali più temuti, i mitici Surge (che sono poi i Flawless, acclamate star del Britain’s Got Talent). Naturalmente i problemi iniziano subito e la necessità più impellente è quella di trovare una sala adeguata per le prove: dopo qualche tentativo fallimentare (si sa che il clima londinese non è uno dei migliori per i balli all’aperto), Carly si imbatte, per caso e per azzardo, in Helena (Charlotte Rampling, chi se lo sarebbe mai aspettato?), insegnante di danza della prestigiosa Ballet Academy, ingessata istituzione del balletto classico.
Per risvegliare menti e corpi dei suoi più o meno facoltosi allievi, Helena propone a Carly uno scambio audace: accesso illimitato alla sala prove in cambio dell’inserimento dei suoi ballerini migliori nella coreografia per il concorso. Naturalmente l’impatto fra le algide promesse della danza classica e i colorati ballerini di strada non sarà dei più dolci, ma alla fine Carly riuscirà a conquistare la fiducia anche dei più ostinati, nonché l’amore di Thomas-Richard Winsor (che, nonostante lo sguardo da pesce lesso, fa la parte del gentile stallone in calzamaglia). Naturalmente non tutti gli insegnanti avranno la lungimiranza di Helena, ma alla fine (come dubitarlo?) i soliti pilastri della saggezza per tutte le stagioni (impegno, determinazione, talento) avranno la meglio su adulti obsoleti e rivali prepotenti.


CAST & CREDITS

(Street dance 3D); Regia: Max Giwa e Dania Pasquini; sceneggiatura: Jane English; fotografia: Sam McCurdy; montaggio: Tim Murrell; musica: Lol Hammond; interpreti: Charlotte Rampling, Nichola Burley, Richard Winsor, George Sampson, Eleanor Bron, Gruppo Diversity, Jennifer Leung, Sacha Chang, Lex Milczarek, Flawless, Ukweli Roach, Rachel Mcdowell, Stephanie Nyguen ‘Lil Stef’, Danielle Lecointe ‘Rhimes’, Sianad Gregory, Taneisha Bonner, Hugo Cortes; produzione: James Richardson, Allan Niblo, Tim Thomas; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Regno Unito, 2010; durata: 96’.


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